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In viaggio verso Rennes-le-Château

Guida a cura di Lucia “Mammaoca” Zemiti (2008)

Dal confine italiano di Ventimiglia a Rennes-le-Château ci sono circa 550 km. La strada non presenta particolari difficoltà ma, al contrario, è semplice e scorrevole e in alcuni periodi dell’anno risulta particolarmente piacevole. In giugno, per esempio, sarete accompagnati per tutta l’autostrada francese dal luminoso giallo di migliaia di ginestre fiorite. L’autunno invece accende tutti i toni del rosso perché la Costa azzurra e la Linguadoca sono terre ricche di interminabili vigneti. In qualsiasi momento dell’anno comunque, queste terre sapranno incantarvi con paesaggi fiabeschi e irreali. Non è difficile in alcune giornate vedere apparire improvvisamente su una collina, fino a poco tempo prima nascosta dalla nebbia o dalle nuvole, le mura di qualche imponente castello abbandonato. Se vi recherete a Rennes-le-Chateâu nelle vesti di semplici turisti, ogni periodo dell’anno è ideale. Se invece, affascinati dal mistero dei tesori della regione, vorrete recarvi in qualità di cercatrici e cercatori, con l’intenzione magari, di esplorare grotte, anfratti e fortezze, mi sento di consigliarvi i mesi da novembre a febbraio, periodo in cui è più difficile imbattersi nei numerosi rettili che abitano questi boschi incontaminati (a meno che voi, al contrario di me, non siate per nulla intimoriti dall’incontro con queste spettacolari creature!)

Dal confine francese a Rennes-le-Chateâu

Potete spezzare il viaggio con una sosta nelle innumerevoli cittadine francesi degne di una visita che incontrerete lungo il tragitto. Questo vi permetterà di raggiungere il giorno dopo il villaggio di Rennes molto più riposati che con una tirata unica, spesso imposta dal poco tempo a disposizione. In Francia troverete catene di alberghi molto convenienti come Ibis, Etap, Première Classe, Formula1, Campanile, ecc. dove pernottare a prezzi molto convenienti. Assolutamente dignitosi e puliti, sono uguali nell’arredamento in ogni città. Il costo si intende per camera e non per posti letto ed è possibile avere tre letti; ciò consente ad amici o a piccoli gruppi familiari di spostarsi comodamente con una certa economia. Queste catene di alberghi sono presenti su tutto il territorio francese, ma nei dintorni di Rennes-le-Chateâu il più vicino è quello di Carcassonne, a circa 40 chilometri, dopodiché troverete alloggio solo presso normali strutture alberghiere, o presso famiglie che affittano le camere. Di regola però, ogni paesino ha il suo Ufficio del Turismo che saprà consigliarvi al meglio.

Qui di seguito un piccolo elenco di luoghi che incontrerete lungo il percorso, facilmente raggiungibili dall’autostrada e collegati in qualche modo al mito di Rennes-le-Chateâu.

La Costa Azzurra e i suoi dintorni sono ricchi di luoghi “Templari”. Da Annot, passando per Biot fino a Hyeres, potrete scovare antiche commende e semplici chiesette dell’antico ordine, spesso con un esplicito riferimento alla Maddalena.

Isole Lerins: di fronte a Cannes sull’isola di Santa Margherita c’è il forte dove era detenuta la Maschera di Ferro. Alcuni sostengono che dietro questa maschera vi fosse l’avido Fouquet, destinatario della misteriosa lettera proveniente da Roma che riguardava il segreto di Poussin. Fouquet fu arrestato da D’Artagnan durante il regno di Luigi XIV.

St. Maximin la sainte Baume: in questa città si venerano alcuni resti attribuiti alla Maddalena. Nascosti alle razzie dei Saraceni verso il 716 vennero ritrovati nel 1279. Il cranio è custodito nella cripta della chiesa in città, l’eremo dove secondo la leggenda la Maddalena visse gli ultimi anni della sua vita si trova invece sul massiccio S.te Baume, poco lontano, raggiungibile con un’oretta di cammino dopo aver posteggiato l’auto vicino alla cima del monte.

Salon de Provence: la casa dove visse Nostradamus, medico, veggente e alchimista, qui scrisse le famose “Centurie” in cui si fa riferimento anche al Razés e al ritorno del Gran Monarca. In una nicchia sotto la porta di Bourg Neuf una madonna nera del XIII secolo.

Arles: non c’entra niente con Rennes, ma è vicinissima all’uscita autostradale, ed è troppo deliziosa per lasciarsela sfuggire. Gli appassionati di Van Gogh poi, troveranno vari angoli ritratti dal geniale artista; Il famoso ponte Langlois, fotografatissimo ancora oggi, è nella zona industriale ad Est della città.

Les Saintes Maries de la Mer: E’ l’antica Ratis luogo di approdo, secondo una tradizione, della Maddalena con altri apostoli. Città allegra, turistica e... gitana dove troverete sempre paella, Sangria, souvenir della Camargue e musica a là Gipsy King, per intenderci. Il 24 maggio c’è la grande festa in onore di santa Sara protettrice degli zingari e il giorno successivo un enorme baldacchino su cui è posata la barca con le due Marie custodita di solito dentro la chiesa in città, viene portato in processione fino alla spiaggia e immerso nel mare. La domenica più vicina al 22 ottobre la processione viene ripetuta.

Aigues Mortes: deliziosa città fortificata da cui partì Luigi IX, figlio di Bianca di Castiglia, per la crociata. Non perdetevi la chiesa al centro delle mura in cui sembra di udire ancora le preghiere dei crociati in partenza per la Terrasanta e una passeggiata tra le saline rosa che la circondano.

Béziers: in questo luogo circa 20.000 persone vennero massacrate nelle stesso giorno, dai crociati assoldati da Papa Innocenzo III, durante la crociata contro gli eretici Catari. tra Séte e Béziers c’è una lunghissima spiaggia bianca che circonda il bacino di Thau (circa 30 chilometri) e all’interno di questa laguna i villaggi sono attrezzati per farvi gustare le ostriche migliori.

Se avete tempo fate una visitina al centro storico della vicina Pézenas, ne vale veramente la pena. Qui troverete la casa di Jean-Baptiste Poquelin o meglio: Molière (o M. Olier??) l’enfant chéri de Pézenas.

Narbonne: antico e grandioso centro di cultura ebraica, nella cattedrale avvenne il matrimonio tra Ataulfo, cognato e successore di Alarico che compì il sacco di Roma, e la bellissima principessa romana Galla Placidia.

Carcassonne: fiabesca la città fortificata, la gente del luogo racconta che tra le sue mura venne custodita l’Arca dell’Alleanza.

Fatte le valigie, non vi resta che prendere l’autostrada fino a Ventimiglia, proseguire per Cannes, Aix-en-Province, Arles, Nimes, Montpellier, Béziers e, dopo Narbonne, svoltare a destra seguendo le indicazioni per Carcassonne. Sull’autostrada passerete davanti ad un point de vue (un punto panoramico) ben segnalato, che permette una vista sulla città di Carcassonne veramente mozzafiato, di solito è da qui che si scattano le prime foto del viaggio. A questo punto dovrete uscire dall’autostrada e prendere la direzione per Limoux.

In rapida successione troverete d’ora in poi tutte le città di cui avete sentito parlare nel mito di Rennes-le-Chateâu.

Da Carcassonne a Couiza

Limoux è una deliziosa e tranquilla cittadina con molte chiese da visitare, un allegro mercato provenzale nella piazza principale e un mercato delle pulci lungo la strada provinciale. Non dovete assolutamente perdervi la bellissima chiesa di Notre Dame de Marceille che troverete attraversando il fiume Aude che divide la città e ritornare verso Nord, sulla strada per Pieusse. A un paio di chilometri troverete sulla destra la basilica che contiene la famosa Madonna nera di Limoux, oggetto di venerazione da parte di molti, come testimoniano gli innumerevoli ex-voto nei pressi della sua cappella a destra dell’altare. Questa chiesa ha collegamenti con San Sulpicio attraverso la figura di San Vincenzo da Paola, qui venerato, e di conseguenza con Pavillon e Olier, citati nel Serpent Rouge. Nei pressi vi è anche una fonte definita miracolosa. Il vescovo di Carcassonne Mons. Billard, amico di Saunière, fece di tutto per impossessarsi della chiesa di Notre Dame de Marceille e dei terreni confinanti. La vendita avvenne il 17 gennaio 1893. Nel 1995 i fratelli Prince, coautori con Picknett del libro La rivelazione dei Templari trovarono su questi terreni, l’ingresso nascosto di una cripta che secondo loro era il vero interesse di Billard. Un incidente li costrinse ad abbandonare la ricerca e, al loro ritorno, l’accesso venne trovato sigillato.

La Madonna nera di Limoux

Limoux è famosa per il suo vino bianco “Blanquette de Limoux”, non dimenticatevi quindi di procurarvene una bottiglia come souvenir. Se avrete l’occasione di recarvi nei primi mesi dell’anno, sappiate che a Limoux c’è il carnevale più lungo di tutti, dura circa quattro mesi !!

Proseguendo sulla strada verso Rennes, troverete la città termale di Alet-les Bains. Dalla strada si possono scorgere i resti di un’abbazia benedettina che troverete al centro della città e che è visitabile a pagamento, i rosoni riportano la stella di Salomone.

La stella di Salomone ad Alet-les-Bains

La piazza centrale vi farà fare un viaggio indietro nel tempo con le sue case dall’aspetto medioevale. Tranquilla e silenziosa, nella piazza sentirete solo il rumore dell’acqua delle fontane. Sul legno delle travi dei portici sono incisi antichi simboli ebraici o alchemici: senz’altro sapranno dare un tocco esoterico alla vostra escursione. Proprio di fonte a questi portici, di fianco alla fontana c’è una casa “detta di Nostradamus” perché si presume che qui abitassero i nonni di Michel de Notre Dame, altrimenti conosciuto col nome di Nostradamus. Se due passi non vi spaventano, fuori dal paese una bella strada in salita vi porterà alla cappella di S. Salvayre e giungendo nei pressi della cima di una montagna di gesso bianco, visibile dalla strada sottostante, godrete di uno splendido panorama su tutta la valle. Non spaventatevi se ad un certo punto della salita, sulla vostra destra troverete pietre e lapidi di vecchie tombe. Non si tratta di un cimitero abbandonato, ma presumibilmente di un posto in cui hanno scaricato le vecchie pietre del cimitero della città. A me ha colpito molto che i nomi fossero spesso quelli di bambini o di giovani donne, a testimonianza di come fosse difficile fino a pochi anni fa la maternità e l’infanzia.

Riprendete la strada e proseguite verso Coiuza dove fa bella mostra di se Le Chateâu du Duc de Joyeuse, trasformato recentemente in un albergo di lusso, in cui, se appena appena ve lo potete permettere, vale la pena di fermarsi almeno una notte. Attraversate il piccolo ponte sulla Sals e, sulla vostra sinistra, troverete finalmente la strada che arriva al villaggio percorsa tante volte da tutti i personaggi del mito del curato dei miliardi.

Dopo circa 4 chilometri di salita sarete nel centro di tutto l’affaire. Parcheggiate dunque la vostra auto nell’area apposita di fianco alla Tour Magdala e scoprite con calma tutte le meraviglie che questo paesino vi può offrire. La chiesa, villa Bethania, i giardini della Tour Magdala, quello di fronte alla chiesa col maestoso calvaire e quello di fronte alla villa, dove ora c’è anche un bar che può offrirvi un piccolo ristoro. La visita della chiesa è gratuita, ma per quella alla villa e ai giardini dovrete comprare un biglietto d’ingresso. Nella biglietteria (se non lo hanno spostato di nuovo) avrete modo di osservare la bellissima riproduzione del quadro di Mucha intitolato “Fleurs” con l’inquietante faccia di un demone nascosto vicino alla fontana, uno dei tanti tasselli del puzzle del mistero. Qui sono in vendita numerosi souvenir e libri su Rennes-le-Chateâu, ma, per un appassionato, il posto migliore è la libreria Atelier Empreinte che sfoggia sugli scaffali innumerevoli opere su Rennes-le-Chateâu in tutte le lingue. Nel cimitero purtroppo non si può più entrare liberamente, ma con un pizzico di fortuna e un po’ di faccia tosta potreste anche riuscire ad entrarvi. Anche se oramai la tomba di Saunière non c’è più, poiché e stata trasferita da poco nel giardino interno della villa, vi potrete sempre trovare qualcosa di particolare, come la tomba di un certo Neysser con la stretta di mano massone incisa sulla stele e provare l’emozione di camminare dove Saunière si è dato un gran da fare scavando tra le tombe. Da questo punto poi, si vede nettamente la Litre, la riga di mattoni più chiara che corre sul muro della chiesa e che testimonia come all’interno vi siano probabilmente i resti di un personaggio di alto lignaggio.

Finito il vostro giro soffermatevi al belvedere, la vista su tutta la valle è per fortuna gratis ed è una delle cose più belle di questo luogo.

Da Rennes ad Arques

Scendendo di nuovo a valle potrete recarvi a Coustaussa, la parrocchia di Antoine Gélis, assassinato brutalmente e per oscuri motivi, nel presbiterio a pochi passi dalla chiesa. Da questa chiesa parte una serie di cunicoli sotterranei, ora parzialmente crollati, che si dice conducano su fino a Rennes-le-Chateâu. La tomba di Gélis si trova nel vecchio cimitero al del paese e anche se alcuni dicono che non è vero, voi la troverete, al contrario delle altre, girata di 45 gradi, orientata cioè verso Rennes-le-Chateâu.

La strada prosegue verso Serres che custodisce un piccolo enigma: all’interno della chiesa parrocchiale dipinte sulla volta, vi è uno strano affresco raffigurante DUE croci rosse di cui solo una ha il cartiglio I.N.R.I.

Le due croci di Serres

Al di là della strada nei pressi del ponticello in pietra che porta all’antico sentiero che costeggia il Cardou passa il meridiano verde segnalato da una colonnina in metallo. Qualche chilometro sopra Serres c’è Peyrolles, antica Commenda Templare. Nei suoi pressi il famoso menhir di Peyro Dreito, sotto il quale si troverebbe un’enorme e misteriosa cavità.

Da Serres, proseguendo per Arques, vi imbatterete in un negozio di Poterie, cioè di terrecotte sulla vostra sinistra; poco dopo su un grande tornante sulla destra vedrete una collinetta rocciosa. Ebbene quello è il punto su cui sorgeva fino agli anni Sessanta la tomba che si dice somigliasse a quella del famoso quadro di Nicolas Poussin “Pastori d’Arcadia”. Parcheggiate in un punto sicuro e guardate questa collina verso la strada da cui siete venuti: la somiglianza col profilo delle montagne del quadro è incredibile.

Arques vi sorprenderà per il bellissimo donjon del castello quasi completamente intatto che si staglia poco prima dell’entrata in paese. E’ altissimo pur trovandosi in una posizione quasi pianeggiante. Shellenberger e Andrews nel loro libro "Alla ricerca del sepolcro" ci fanno osservare che questa insolita altezza serviva probabilmente a tenere sotto controllo un punto ben preciso di queste terre. Se riuscite, visto che qui le chiese sono chiuse per la maggior parte del tempo, potrete visitare la chiesa in paese che contiene tra l’altro, un reliquiario che custodisce un osso di San Giovanni e che godeva della particolare venerazione del cardinale de Joyeuse. Sempre in centro nella piazza, si apre un piccolo museo (Maison Déedat Roche) in cui si racconta la verità sulla fede Catara attraverso gli studi di Roche che ha fondato la Société di Souvenir et des Etudes cathares.

Tornando sulla strada che avete percorso, tra Couiza e Arques, una deviazione vi porterà a Rennes-les-Bains dove visse per 42 anni Boudet che immortala la sua antica storia nell’opera La Vraie Langue Celtique ou le Cromleck de Rennes-Les-Bains. In questa città oltre ad un soggiorno in uno dei suoi centri termali, visitate la chiesetta (vale il discorso di tutte le altre a proposito della chiusura) dove potrete osservare la tela di J.B.B. Rouch che mostra due curiosità: una lepre bianca, simbolo della dinastia Merovingia che sembra apparire nel gioco dei muscoli sul ginocchio destro del Cristo in braccio ad una donna (Maddalena o la Madonna?) e il dito, sempre di Cristo che con la mano sinistra sembra indicare tra i simboli della passione posati a terra, la corona di spine che qui assume la forma di un ragno: "aragne" in francese, che si leggerebbe, secondo la mitologia Rennologista, “a Rennes”.

Nel cimitero di Rennes les Bains vi sono la tomba della sorella e della madre di Boudet con la lapide che sembra indicare il Meridiano verde e, a lato, la tomba di Jean Vie, predecessore di Boudet, morto il 1° settembre 1872. La lapide evidenzia in rosso la data della morte e il nome Jean Vie. Boudet fa incidere però 1ere 7bre in modo che si legga un 17. In pratica su questa tomba si legge evidenziato in rosso: Jeanvie 17, in altre parole 17 gennaio. Oppure 17.1 o anche 171... quasi a suggerire un’occulta misurazione dal meridiano. La tomba fatta realizzare da Boudet inoltre reca una croce con la punta a freccia che sembra indicare un punto ben preciso sul colle alle sue spalle: il Cap de l’homme.

Poco lontano troverete anche le tomba di Paul Urbain conte De Fleury, su cui è citato che "passò facendo del bene"; è a lui che si fa riferimento nel Serpent Rouge?

Da Rennes-les-Bains si raggiunge comodamente in pochi minuti la sorgente chiamata Le Cercle (Il cerchio) che sgorga vicinissima alla roccia scolpita come un trono chiamata Fauteuil du diable (La poltrona del diavolo). Sui rami tutt’attorno alla sorgente troverete legati ai rami piccoli nastrini colorati, sono ringraziamenti allo spirito della fonte di chi si approvvigiona d’acqua. E’ un’usanza celtica, se prelevate dell’acqua fatelo anche voi, non si sa mai...

I nastrini colorati presso la sorgente Le Cercle

Proseguendo sul sentiero turistico tracciato arriverete in poco tempo presso Les roulers o roches branlantes. Si tratta dei Menhir descritti da Boudet nel suo libro e farebbero parte di un complesso druidico. A sinistra, con un occhio allenato, trovate anche una pietra che pare servisse per i sacrifici celtici, la scanalatura su di un lato sarebbe servita per far scorrere via il sangue. Lo stesso sentiero vi condurrà a Blanchefort ma inoltratevi tra la bellezza di questi boschi solo con una buona mappa — reperibile anche all’ufficio turistico — perché è abbastanza facile perdersi per degli inesperti e, soprattutto a grandi altezze, la montagna cela trabocchetti insidiosi e nascosti, come lunghe crepe che dai dirupi s’inoltrano per alcuni metri verso il bosco, nascosti dall’erba alta o da radici e aghi di pino. Non andateci da soli ed è buona norma munirsi di telefonino o di radio ricetrasmittenti.

Sulla strada che costeggia il torrente salato La Sals, verso il ponte con la confluenza della Sals e della Blanque vi sono i resti dell’imponente Fontaine du Cercle; luogo di piacevole pausa conservava fino a poco tempo fa i resti delle statue e delle sculture di epoca romana con cui un tempo era ornata. Più avanti superato il ponte, sulla sinistra un cartello vi indicherà la strada per raggiungere attraverso un piccolo guado la fonte detta della Maddalena, anticamente chiamata La Gode. Siete sul colle del Serbairou, con la piantina di Boudet alla mano, potrete avventurarvi alla ricerca di dolmen e menhir. L’altro guado per raggiungere questo colle è situato esattamente sotto il ponte.

Se invece, sempre al ponte, imboccherete la strada per Sougraigne — magari alla ricerca della sorgente della Sals — vi imbatterete nella fontaine des amours. Parcheggiate l’auto sul ciglio della strada in luogo sicuro e scendete a godervi l’incredibile azzurro di questa piccola cascata, non stupitevi se troverete qualcuno che si gode un fresco bagno in questa pozza d’acqua.

La Fontaine des amours

Da Rennes-le-Chateâu verso Quillan

Da Couiza sulla strada verso Quillan troverete l’indicazione sulla vostra destra per il paese di Montazel, il luogo dove nacque Sauniére. Parcheggiate fuori dal paesino e arrivate in piazza a piedi. Nel centro troverete una bellissima fontana decorata con delfini e la casa dove nacque Sauniére. L’edificio è quello a tre piani leggermente rientrante rispetto agli altri e se guardate la direzione delle sue finestre scorgerete in alto sulla collina di fronte, il profilo della Torre Magdala.

La casa di Saunière a Montazels

Sopra Montazel seguendo le indicazioni per il paese La Serpent, si arriva ad Antugnac, dove Sauniére si recò per un certo periodo dividendosi tra le due parrocchie e che lo ispirò a fare di tutti i suoi sermoni una raccolta intitolata Mon enseignement à Antugnac. Attraversate il paese verso la chiesa e proseguite oltre, fino alla fine della strada. Ora girate a destra e in fondo al campo che state costeggiando troverete la statua del Cristo a cui hanno spezzato le mani e che si dice guardi in direzione di Rennes.

Tornate sulla strada per Quillan e dopo pochi chilometri entrerete ad Espéraza, dove nacque Marie Denarnaud e dove lavorò per un certo periodo presso la fabbrica di cappelli. L’industria della cappelleria in feltro così importante fino a pochi anni fa, venne introdotta nella zona da alcuni abitanti di Bugarach deportati in Polonia durante la guerra dei 7 anni (1756-1763), dove appresero l’arte della fabbricazione di questo accessorio durante la detenzione. Per i bambini e gli appassionati di preistoria c’è un museo con reperti di dinosauri trovati in queste millenarie valli.

A Campagne sur l’Aude vi era la più importante commenda di Templari della zona . Il calvaire posto fuori della chiesa, mostra una particolarità, la scritta MISSION è incisa in questo modo: MIS — SION (che potrebbe leggersi: messo, deposto, da Sion), ma evidentemente la comunità si sforza di nasconderlo tant’è vero che lo ridipinge sempre facendo in modo che la seconda S si congiunga col trattino nel centro in modo da nascondere l’arcano.

Proseguendo troverete l’indicazione per il Bezù, l’altra fortezza templare che stanziava in questa zona e che si sottrasse all’ordine di arresto del 1307. Passando per piccoli paesini rurali, tra i quali Granés, citato nei diari di Saunière, arrivate a Bezù. Visitate la chiesetta e il cimitero molto caratteristici, dall’esterno delle mura del camposanto, se aguzzate la vista, vedrete la bella collina di Rennes con l’inconfondibile tour Magdala. Proseguite quindi verso la vetta. Con la macchina potrete arrivare nei pressi della fattoria Le Templier, parcheggiate in modo discreto e cominciate pure la salita. Non è molto ripida e la méta non è nemmeno molto distante, in compenso dall’alto si gode un ottimo panorama. E’ vietato l’uso del metal detector e la Gendarmeria Francese non scherza, evitate quindi spiacevoli contrattempi. Qui negli anni ’60 venne trovata una barra di pezzi e monete d’oro semifuso di circa 50 kg. Se siete fortunati, non vi serve il rivelatore di metalli, visto le dimensioni degli oggetti smarriti.

Dopo Quillan seguite le indicazioni per Axat, la strada è bellissima e si snoda come un serpente tra le gole e i torrenti dove è possibile praticare rafting. Arrivati ad Axat traversate l’Aude e proseguite a destra verso il cimitero. Il cimitero di Axat ha due entrate, naturalmente la tomba di Boudet, quella per cui siete venuti fin qui, è in quello vecchio. Entrate e sulla sinistra contate sette tombe. Tra due cappelle giace una lapide oramai illeggibile dove però è ancora visibile il libro in pietra con la scritta

Particolare della tomba Boudet

Se la capovolgete potrete leggervi il numero 310. XI che sembra ricollegarsi al libro di Boudet provvisto di 310 pagine una numerazione delle pagine alquanto strana.

Da Quillan a Montsegur

Da Quillan seguite la strada verso Puivert, vi imbatterete nell’inquietante castello in cui sono state girate alcune scene del film di Roman Polanski La nona porta e nella chiesetta di Notre Dame de Bon Secours da dove pare che Saunière abbia tratto il suggerimento di fare anche di Rennes un luogo di devozione. Il lago del paese potrà regalarvi una piacevole sosta sulle sue rive. Proseguite quindi verso una delle ultime fortezze Catare.

Monsegur sorge su un picco roccioso chiamato Pog. L’altezza è veramente impressionante. Lasciate l’auto al parcheggio e cominciate a salire. A metà strada una stele ricorda il luogo dove circa 200 catari furono arsi vivi per non avere abiurato la loro fede. Poco dopo troverete la biglietteria e comincerete a salire verso la fortezza. Proseguite con calma e godetevi il panorama, la salita è piuttosto impegnativa ma, con questa scusa potrete fare molte soste senza dare nell’occhio... La fortezza va visitata con l’aiuto della cartina che vi forniranno alla biglietteria, potrete così rendervi conto delle posizioni delle feritoie che segnalavano secondo alcuni gli allineamenti dei solstizi e degli equinozi. Il castello non è quello sottoposto all’assedio crociato, ma è stato rimaneggiato nei secoli seguenti. Costeggiate con cautela il perimetro esterno e non dimenticatevi che non esistono corrimani e tra le pietre c’è sempre il rischio di disturbare qualche rettile.

Il biglietto vi dà la possibilità di visitare anche il museo che si trova nella cittadina di Montsegur posta alle pendici del Pog. Interessanti reperti dell’assedio ai Catari sono custoditi all’interno.

Questi sono i luoghi principali descritti nel mito di Rennes-le-Chateâu, ma la zona offre continuamente spunti per bellissime gite a fortezze templari e a sconosciute chiesette che vale la pena di scoprire da soli.

Il piatto tipico di questa zona è La Cassoulette che rischiate di trovarvela servita più volte al giorno, le pizzerie non sono certo come le nostre ed è difficile trovare Paninoteche che possano soddisfare languorini fuori pasto. In compenso la carne, servita di solito alla griglia è ottima, così pure i formaggi di capra e non dimenticate di assaggiare la Creme Brulé, un dolce budino di crema con la crosta di zucchero bruciacchiata.

I prezzi dei ristoranti sono sempre esposti e molti usano menù a prezzo fisso che non riservano sorprese nel conto.

Nulla vieta però di approvvigionarsi presso qualsiasi supermercato per un veloce pic-nic da consumare durante le escursioni, nelle innumerevoli aree attrezzate o sulla riva dei laghi o dei fiumi che troverete sul vostro itinerario.

Sono sicura che L’Aude resterà un piacevole ricordo per tutti quanti vi si avventureranno e che al ritorno sarete d’accordo con me nell’affermare che il vero tesoro di Saunière sono queste montagne, quest’aria frizzante, questa natura incontaminata.

Bon voyage!

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