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Passaggio a ovest. Il vento del Graal

Guida a cura di Lucia “Mammaoca” Zemiti (2008)

Sul belvedere del reverendo Saunière, nel bel mezzo delle due torri, se il vostro sguardo si allunga verso Ovest si incrocierà certo con le alture dell’Ariege e respirerete un’aria misteriosa che spira proprio da lì. E’ il vento dei Catari e della leggenda del Graal.

A pochi chilometri da Rennes-le-Château infatti, si eleva a 1200 metri d’altezza la fortezza di Montsegur, teatro di uno degli ultimi eccidi catari e che sussurra la leggenda di un Tesoro nascosto da quattro Perfetti sfuggiti all’assedio.

Per molti si tratta del Graal, qualunque cosa esso sia.

Perchè allora non approfittare della vicinanza con questa fortezza per un itinerario che tocca alcuni luoghi molto suggestivi di questa zona?

Puivert (25 Km)

Scendete dalla collina di Rennes e imboccate la D118 in direzione Quillan. Poco prima di questa città troverete la deviazione sulla D117 che vi porterà verso Puivert (Pui-Vert= poggio verde).

Da non perdere il castello e la capella di Notre Dame de Bon Secours. Quest’ultima, ricostruita tra il 1817 e il 1819 per rimpiazzare quella distrutta dai rivoluzionari nel 1789 situata presso il castello, secondo Rivière ispirò il reverendo Saunière nel recupero e nel restauro della chiesa di Rennes le Château. Una delle invocazioni alla Madonna del Buon Soccorso "Da Te, Buona Madre, il povero afflitto spera di essere alleviato dai suoi mali..." la ritroviamo quasi identica sotto l’altorilievo del monte delle Beatitudini di Rennes : "Venez a moi vous tous qui souffrez et etes accables. Et je vous soulagerai." Troverete al suo interno il monogramma che vedete qui:

Più che MA sembra proprio MM! Qui come nella cappella del castello di Chalabre, che ha lo stesso monogramma ma in un altro stile, è insistentemente attribuito a Maria Maddalena.

Il bel castello, così particolare da fare da sfondo ad alcuni lavori cinematografici come "La nona porta" e "Il quarto comandamento", fu il centro della cultura trobadorica della Linguadoca prima che la crociata contro l’eresia Catara ne sconvolgesse le fondamenta.

Tra le sue mura nel 1170 sostò il corteo dei nobili Aragonesi e Castigliani e di numerosi Troubadours della Linguadoca che andavano a Bordeaux a ricevere una figlia di Eleonora d’Aquitania, sposa bambina del Re di Castiglia.

Secondo un’etimologia i "Trombatori " sono coloro che declamano versi, cantano e suonano ai quattro venti con i loro stumenti quali: Trombe, Naccherino e sveglia, Cannamella e Trombetta dieci, secondo un’altra versione il loro nome deriva dal francese Trobar = trovare, poichè dovevano continuamente escogitare versi da declamare nelle varie Corti. Probabilmente in ricordo di questo eccezionale raduno di Trovatori, Thomas II de Bruyères fa scolpire nella sala dei musicisti nella torre del castello, otto personaggi con gli strumenti della musica medioevale. Le sculture mi ricordano un po’ gli angeli musicanti della cappella di Rosslyn

A sinistra: Puivert - A destra: Rosslyn

La poesia dei Trovatori, fortemente influenzata dall’amor cortese e dall’esaltazione della figura della donna tanto da nascondervi, forse, la devozione verso la chiesa Catara, troverà ampio respiro alla corte di Eleonora d’Aquitania. Donna straordinaria, nipote di Guglielmo IX d’Aquitania, (uno dei primi trovatori e secondo alcuni l’eremita che visse a Montesiepi dove troviamo la spada nella roccia di San Galgano) madre di Maria di Champagne, alla cui corte Chrétien de Troyes scriverà il suo poema sul Graal, di Riccardo cuor di Leone, impavido crociato per antonomasia, e di Giovanni senzaterra, la cui nipote, Bianca di Castiglia, ritroveremo anche nelle pagine della leggenda di Rennes le Château, la sua rocambolesca vita ed il peso che ne ebbe sulla corona di Francia sono impossibili da condensare in poche righe ma meritano un vostro approfondimento.

La fortezza appartenne in origine alla famiglia Congost interamente votata al catarismo, alcuni discendenti saranno infatti tra le vittime del rogo di Montségur. Il castello di Puivert subì l’assedio delle truppe al seguito di Simon de Montfort nel novembre del 1210 e capitolò dopo solo tre giorni.

L’attuale aspetto si deve a Thomas de Bruyères, nipote del luogotenente che ne capeggiò l’assalto, ma, verso ovest, si possono ancora osservare le vestigia del vecchio maniero.

Lasciato il castello potreste concedervi qualche momento rilassante e rinfrescante sulla riva del piccolo lago di Puivert sotto la collina (Lac de Fontclaire) e la vista sul maniero sarà veramente incantevole.

Montsegur (24 Km)

Riprendete la D117 e seguitela fino al bivio che, invece che verso Lavelanet, vi guiderà a Montsegur.

Già dalla strada il Pog (il picco) che ospita il castello è uno spettacolo. Il sentiero per raggiungere la vetta, uno dei più impegnativi che io ricordi, sarà un’ottimo punto d’osservazione per immaginare le tecniche del lungo assedio e le difficoltà di approvigionamento degli assediati.

Non abbiate fretta di arrivare in cima, ad ogni tornante la vista sulla vallata merita una piccola sosta ed il godimento dello splendido panorama. Passeggiate all’interno delle mura, salite sulla torre ad ovest, inorridite sul ciglio del precipizio che circonda la fortezza, (immaginate solo per un attimo di dovervi calare da li con mezzi di fortuna...) immergetevi nel vento e nei profumi della montagna, Montsègur rimarrà a lungo sotto la vostra pelle.

La discesa avrà il ricordo della resa dei più di 200 Catari che non abiureranno la loro fede e che verranno cremati nel prato sotto la fortezza. Una stele è stata posta nel 1960 a ricordo di questa carneficina, su questa terra è innegabile che il ricordo del martirio resta vivo.

Ma Montsègur è per molti, come abbiamo già detto, l’ultimo rifugio conosciuto del Graal, qualunque cosa esso sia. Verrà sottratto alle truppe papali da quattro Perfetti catari che si calarono dall’orrido che abbiamo visto fuori dalle mura, poco prima della resa nel 1214 e che lo nascosero, forse, tra le grotte del Sabarthes dando inizio ad una fantastica leggenda.

Ornolac - Ussat les Bains (40 Km)

Via Montferrier, seguire la D117 fino a Sain Paul de Jarrat, autostrada E9 verso Tarascon s. Ariege, uscire Ornolac)

La stessa leggenda che porterà nel 1929 nella piccola stazione ferroviaria di Ussat-les-Bains con la sua valigia carica di sogni, un giovane Otto Rahn influenzato dall’opera di Wagner e convinto che il Munsalvaesche di Eschenbach sia il Montségur dell’Ariège.

Rahn troverà ad accoglierlo un ambiente fortemente votato al catarismo e alla cerca del Graal che vide in Antonin Gadal e Deodat Roché i più famosi sostenitori.

Per alcuni anni dedicherà alcuni anni alla frenetica ricerca della grotta che custodisce il segreto dei Catari. La identifica probabilmente nelle spettacolari grotte di Lombrives, la Cattedrale degli Albigesi, teatro dell’omicidio di circa 500 catari murati vivi sull’ordine dell’inquisitore Jaques Fournier e quindi doppiamente sacra e si immortala in alcuni affascinanti scatti in bianco e nero all’interno di questo spettacolo naturale.

I Lombrives sono centinaia di grotte distinte (sono nel Guinnes dei primati !) ed offrono un panorama estremamente vario al visitatore. La sala più grande, detta della cattedrale, è vasta quanto la cattedrale di Notre Dame a Parigi, ma per i romantici non dovrà mancare la visita alla grotta detta "Tomba di Pyrene " e riascoltare la Conte del suo tragico amore per Ercole che disperato sulla sua tomba proclamerà: "Afin que ton nom, ma chère Pyrène, soit conservé à jamais par les hommes qui peupleront cette terre, ces montagnes dans lesquelles tu dors pour l’éternité, s’appelleront dorénavant : Les Pyrénées ".

Le grotte sono visitabili tutto l’anno eccetto il giorno di Natale ed il primo dell’anno, la temperatura all’interno è di circa 13 gradi. Vi potrete accedere con il classico trenino o scegliere diversi tipi di circuiti (circa 25), a volte vi si tengono perfino concerti.

Rahn lascerà questo paese indecorosamente, sulle sue spalle grava una denuncia di fallimento a causa di un’incauta gestione alberghiera, e, si dice, una lite con Gadal che lo sorprese in una grotta mentre incideva un "falso" graffito e che gli costò un pugno sul naso. Rahn dopo aver militato nell’esercito nazista muore in circostanze ancora da chiarire nel marzo del 1939, viene trovato sepolto sotto la neve sulle pendici del Wilde Kaiser.

I suoi due libri "Crociata contro il Graal" e "La corte di Lucifero" incuriosiranno Heinrich Himmler ed il suo staff a tal punto che le SS nel 1944 invieranno a Montsegur, per una serie di scavi, la più famosa e spietata delle sue divisioni la Das Reich: anche il Führer cercava il Graal.

Foix (19 Km, riprendete la E9 e seguite le indicazioni)

Diciamo che visto che siamo arrivati fino qui, non dovremmo lasciarci sfuggire una visitina a Foix, piacevole cittadina che conserva un magnifico castello. Tra le sue mura i conti di Foix, discendenti di Roger di Carcassonne e avi dell’eretico Enrico di Navarra, convertito cattolico Re di Francia col nome di Enrico IV ("Parigi val bene una messa"...), si trovarono a trattare le varie fasi della Crociata in Linguadoca, finendo con l’accettare la pace mediata da Bianca di Castiglia e ratificata con il trattato di Meaux nel 1229.

L’imprendibile castello è rimasto intatto nel tempo e dalle sue mura potrete gustare la vista sulla confluenza dell’Arget e dell’Ariège. Le tre torri e le sale dai soffitti a volta sono godibili grazie ad un sapiente restauro ed ospita al suo interno il museo dell’Ariège.

Baulou (8 km)

Non lontano da Foix troverete ciò che resta dell’Abbazia di Carol nei dintorni di Baulou. La storia di questa gigantesca costruzione edificata da Luis de Coma, un prete della zona che non aveva certo i fondi necessari per erigerla, ricordano per qualche verso la storia del nostro Saunière ed alcuni collegamenti con la famiglia degli Asburgo risollevano vecchi interrogativi sulle sovvenzioni fornite per la restaurazione della monarchia cattolica su queste terre.

E’ talmente vicina e facile da raggiungere che non dovreste lasciarvi sfuggire l’occasione di visitarla.

Dirigendovi verso Saint Martin de Caralp, passato il ponte all’uscita di Foix, viaggiate per circa 8 chilometri. Alla vostra sinistra, ad un certo punto, noterete una casa in pietra che vi segnalerà proprio di fronte, sulla vostra carreggiata, l’imbocco di un sentiero sterrato che vi porterà davanti a ciò che resta della mastodontica opera di Louis de Coma, finanziata in parte dalla contessa di Chambord, la stessa benefattrice di Saunière.

Questa vecchia foto dà un’idea della grandiosità dell’opera edificata.

Prima di arrivare a quello che oramai è un cascinale, noterete tra la boscaglia i resti della via crucis che salgono su un piccolo colle.

In cima troverete l’ultima stazione.

Seguite le solite raccomandazione delle gite tra i boschi, evitando di infilare le mani tra le pietre delle cappelle sepolte dalla vegetazione che possono nascondere timidissime ma incavolatissime vipere montane.

Ai piedi di questo colle, c’è una grotta con una statua della Maddalena e, più avanti, un’altra con la statua di Cristo denominata Grotta del Cristo del Getsemani. Quest’ultima conteneva alcune tombe della famiglia del reverendo oramai profanate e vuote. Coma aveva diretto l’associazione della "Buona morte" affiliata ai Gesuiti. La sua fondazione "L’Oeuvre de Gethsemani" si occupava esclusivamente di ricevere offerte per le messe a suffragio dei moribondi.

Poco lontano ma difficilmente visibile e ricoperta dal muschio una fonte d’acqua ferruginosa a forma di pesce.

Nonostante Coma contattasse vari ordini religiosi per occupare il suo monastero, questo resterà quasi sempre vuoto e, si dice, nell’impossibilità di mantenerlo venne distrutto con la dinamite nel 1956.

Mirepoix (35 Km)

Tornate verso Foix e dirigetevi verso Pamiers sulla E9, una deviazione sulla destra poco prima di quest’ultima città vi porterà sulla D 119, direzione: Mirepoix .

Ma prima di arrivarci ritagliate un po’ di tempo per una visita alla suggestiva chiesa rupestre di Vals. La trovate sulla D 119 che da Les Puiols (deviazione sulla D40, a 4 chilometri circa) conduce a Mirepoix.

Dedicata a Notre Dame si inalza su tre piani e vi si accede da 22 scalini(!) attraverso una fenditura nella roccia. La prima navata, di epoca carolingia, presenta sulla volta dell’abside affreschi della vita di Cristo datati XI secolo. In questo luogo vi era una sorgente stagionale, luogo di culto pagano in epoca Gallica. Dal terzo livello si accede ad una terrazza panoramica e al fianco della chiesa è possibile vedere l’antico sito detto "Piattaforma di Rahus", per alcuni tempio Celtico, per altri villaggio semi-troglodita. E’ veramente da non perdere.

Finire la giornata sotto i bellissimi portici medievali di Mirepoix è l’ideale dopo un itinerario così intenso. I suoi caratteristici locali sapranno accogliervi e ristorarvi in un’atmosfera medioevale veramente suggestiva.

La cattedrale al centro della piazza dedicata a San Maurizio conserva al suo interno, nella cappella di Sant’Agata situata al piano superiore e non visibile al pubblico, l’ultimo labirinto posato in Francia e in tutto l’occidente sul suolo di una chiesa, nel 1537.

Labirinti, Cattedrali, Catari e Graal... avrete certo di che parlare nei 53 km che vi separano dal ritorno a Rennes, sulle ali della brezza che spira dall’Ariège.

Il vento del Graal.

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