Sale, Saunage e Saunière

Venerdì 29 ottobre 2010 by Lucia Zemiti

Il sale ha avuto una grande importanza sul territorio che attraversa le due Rennes fin dall'antichità. Un'importanza dettata dalla presenza di un corso d'acqua salato, la Sals, da cui si poteva estrarre una buona quantità di questo preziosissimo elemento.

La Sals ha la sua sorgente nei boschi a pochi chilometri da Sougraigne e secondo gli studi di Dominique Jay ingegnere del CRPF (Centro Regionale Proprietà Forestale) contiene 33 grammi di sale per litro d'acqua, una quantità spropositata per un semplice ruscello. Questo fa pensare che la sorgente attraversi un enorme giacimento di salgemma custodito tra gli strati impermeabili d'argilla del sottosuolo; la regione a est dei Pirenei, del resto, ingloba importanti giacimenti proprio di questo tipo.


“I funzionari della gabella”, tratto dal Code des privilèges (XV sec.), presso la Biblioteca Queriniana di Brescia

Utilizzato per insaporire gli alimenti, ma soprattutto per la loro conservazione e quindi considerato derrata vitale, è sempre stato oggetto di enormi traffici, spesso condotti nella piena illegalità quando il suo consumo venne gravato dalle imposte. I Celti furono probabilmente i primi a conservare i cibi attraverso la salatura e a diffonderne l'uso (prima si usava l'affumicatura); possiamo ipotizzare, quindi, che la vicinanza di un ruscello naturalmente salato in grado di approvvigionare le tribù di questa sostanza preziosa (chiamata Hal dai Celti) abbia reso particolarmente interessanti ai loro occhi le rive della Sals. Rive che attirarono anche i Romani negli anni successivi, poiché sapevano che la presenza di sale e di sorgenti termali erano un chiaro segnale indicativo della presenza sul territorio di filoni auriferi.

Le antiche miniere, che perforano i dintorni di Rennes-les-Bains, dimostrano che avevano ragione: qui si trovava in abbondanza oro giallo e oro bianco.


Dichiarazione di ricossione di un Minot di sale da parte dell’’Hotel-Dieu a Beaufort nell’Anjou e specifica delle sanzioni cui si andava incontro in caso d’inosservanza della legge.

Poiché è in grado di contrastare l'evoluzione batterica dei cibi, è considerato purificatore ed associato spesso a riti sacri e comunitari presso gran parte dei popoli del bacino mediterraneo, dai Greci ai musulmani, dagli Ebrei ai Cristiani, senza dimenticare che ancora oggi è ampiamente utilizzato nei riti scaramantici; perfino nel lontano Giappone sulla pedana degli incontri di Sumo si usa lanciare sale propiziatorio. "Salve" e "salute" sono l'esempio di due parole bene auguranti che derivano dalla stessa radice. Il sale era talmente prezioso che il compenso per gli operai che lo estraevano veniva conteggiato in toto o in parte con questo prodotto e tale quota era chiamata Salarium, termine che designa ancora oggi la nostra retribuzione.

Era una merce ritenuta preziosa come l'oro e il suo traffico rimpinguava molto bene le casse di chiunque si dedicasse al suo commercio, in qualsiasi parte del mondo.

In Francia, nel 1343, Filippo VI decise di consentire la vendita del sale ai soli magazzini reali - i Grenier a sel - e gravò ulteriormente questa merce con una gabella. Mentre quasi dovunque la parola "gabella" significa tassa indipendentemente dal bene su cui è imposta, in Francia la stessa parola dal XIII secolo è riferita esclusivamente al sale: l'infâme gabelle, come venne soprannominata dal Terzo Stato. La sua impopolarità, dovuta alla diversa tassazione sul territorio, fu la causa di moltissime rivolte. In alcune regioni vi erano piccole gabelle o l'esenzione dalla tassa, in altre vigeva la Grande gabella ed era addirittura obbligatorio per ogni famiglia acquistare una certa quantità di sale annua chiamata sel du devoir destinata esclusivamente all'uso domestico, che diventava così una vera e propria gravosa imposta diretta. La differenza era tale che se un minot(1) di sale in una provincia valeva quanto una grossa pagnotta di pane, in quella vicina la somma corrispondeva al prezzo di un cavallo.(2)


Una mappa delle gabelle francesi: a nord si parlava di Grande Gabella, a sud di Piccola Gabella.

Tutto ciò produsse una gran quantità di faux sauniers, "falsi salinatori"(3), visto l'enorme guadagno che si poteva trarre contrabbandandolo dalle regioni a bassa tassazione verso quelle più tartassate - o addirittura esportandolo oltre i confini. Questi contrabbandieri del sale, di cui facevano parte anche donne e bambini, andavano incontro a pene severissime che contemplavano, in aggiunta a pesanti ammende: la condanna ai lavori forzati nelle colonie, nelle miniere di sale e sulle Galere(4) per gli uomini, la frusta, il bando e la marchiatura a fuoco sulla spalla di una G (come "Gabella") per le donne.

Era prevista perfino la pena di morte se si veniva trovati in possesso di armi durante il contrabbando o se a commettere tale crimine erano soldati, ufficiali o giudici incaricati della sorveglianza di questo reato.

Con Luigi XIV il sale divenne Monopolio di Stato: vennero esentati dalle imposte, tra le crescenti proteste popolari, il clero, la nobiltà, i professori universitari e gli ufficiali del Re. Solo con la Rivoluzione Francese, nel 1790, la gabella fu soppressa dall'Assemblea Costituente per riapparire - calmierata ed unificata - poco tempo dopo, fino ad essere definitivamente abolita solo nel 1946.

Languedoc e Roussillon godevano di regimi di tassazione leggera, e ciò ne faceva il luogo ideale da cui prelevare il sale per il contrabbando, anche se la ferocia nella caccia, nella repressione e nelle condanne era identica su tutto il territorio. Fino alla fine del XVIII secolo i gabellieri controllavano anche la zona della Sals per contrastare il traffico illecito di questa sostanza. Nei pressi di Sougraigne a est di Rennes-les-Bains, nel luogo chiamato Fontaine Salée, si possono ancora vedere i ruderi del Podere (Demain de la Sals) e della caserma dove stazionavano i Gabellieri; il podere era stato edificato nel 1752 da François Montesquieu(5) barone di Coustaussa, di Roquefort e di Bugarach.

Nell'editto facente parte delle ordinanze dettate da Colbert del 17 febbraio 1685 (articolo 19) specificamente rivolto alla Linguadoca, si legge che gli acquirenti del sale di contrabbando devono essere responsabili delle pene pecuniarie inflitte ai faux sauniers, condannati ad assistere alla loro esecuzione in caso di condanna capitale e costretti alle Galere per tre anni.

Ma niente e nessuno riuscirà a fermare questo traffico nonostante le severissime pene; la miseria spingeva al contrabbando migliaia di persone disperate. Ancora nel 1781 Jacques Necker, ministro delle finanze di Luigi XVI, nel suo Rapporto al Re dichiarava che ogni anno vi erano gli arresti di duemilatrecento uomini, milleottocento donne, seimilaseicento bambini, la confisca di millecento cavalli e cinquanta vetture, e trecento condanne ai lavori forzati, definendo il caro prezzo del sale un vero flagello. L'Ancien Régime e le sue pesanti vessazioni vivevano gli ultimi istanti: il 14 luglio 1789 era ormai alle porte.

Se dopo questo breve excursus nella storia del sale converrete che questa sostanza è stata considerata per molto tempo sinonimo di "merce preziosa", "tesoro", allora sarete sorpresi come me nello scoprire che Saunière in francese arcaico è il "contenitore per il sale", una sorta di scrigno pieno di preziosissimo sale in cui si custodivano gelosamente i cibi deperibili. Una cassaforte che - come una matrioska - conteneva un tesoro che ne conservava un altro. Con una piccola licenza interpretativa, il nostro amato curato diventa così (nomen omen) il "custode di un tesoro".

E mai nome fu tanto azzeccato: anche perché il tesoro di Saunière, forse, non è tanto l'oggetto gelosamente custodito, quanto l'essenza che ne permette la sua conservazione.

Il sale.

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(1) Il “minot” serve per misurare il sale, le granaglie e i legumi secchi. Come tutte le misure utilizzate prima dell’avvento del metro, era variabile secondo le province e anche ora vi sono delle discrepanze piuttosto rilevanti sulla sua esatta equivalenza: si va infatti dai 12 litri ai 72! E’ celebre l’adagio francese: “Pour se dire ami il faut avoir mangé ensemble un minot de sel”.

(2) André Poussin, La contrebande du sel ... qui mène aux galères, Cancale: Editions du Phare, 2000.

(3) Il termine designava i contrabbandieri del sale; si usavano anche le espressioni faux saunage (commercio illegale) e faux sel (sale di contrabbando).

(4) Le Galere (o Galee) erano navi con scafi lunghi e sottili spinte dalla forza degli uomini legati ai suoi remi, schiavi o condannati. Da qui i due termini Galeotto e Galera, intesa come prigione.

(5) Marie, la sorella di François, erediterà tutte le proprietà della famiglia e sposerà Pierre d’Hautpoul, signore di Serres. Si tratta dello stesso che nel 1780, chiedendo al notaio di Esperaza Jean Baptiste Siau che si dichiarava in possesso del testamento di François Pierre d’Hautpoul (documento di cui si erano perse le tracce da circa 130 anni) di visionare il detto testamento in qualità di erede della famiglia, si sentì rispondere: “Non sarebbe prudente da parte mia privarmi di un testamento di tali conseguenze”. Il testamento non venne mai alla luce.

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