Guida storica all’enigma di Rennes-le-Château

Vita di Dagoberto II

In seguito alla morte di Dagoberto I e alla frammentazione del regno tra l’Austrasia da un lato e Borgogna/Neustria dall’altro, la tensione tra le due regioni è destinata a crescere.

In Austrasia il controllo del potere da parte dei Pepinidi è tale che uno di loro, il maestro di palazzo Grimoaldo, nel 651 fa adottare a Sigeberto III suo figlio Childeberto – che viene quindi soprannominato "l’adottato"; ciò nella speranza che sarà la famiglia dei Pepinidi a succedere a Sigeberto1.

François de Belleforest 1573

E’ il reverendo Daniel a rivelare le intenzioni di Grimoaldo, frustrate presto dalla nascita di un erede a Sigeberto: "I grandi progetti del maestro furono vanificati dal momento che il re ebbe un figlio cui diede il nome del suo antenato Dagoberto"2.

Pére G. Daniel 1722

Il Liber Historiæ Francorum lo ricorda con le parole "filium eius parvolum nomine Daygobertum"3.

Poco prima di morire4, Sigeberto affida a Grimoaldo il figlio Dagoberto.

François de Belleforest 1573

Secondo il reverendo Daniel, "questo bambino non aveva che sette o otto anni quando il padre morì"5. Approfittando della giovane età di Dagoberto, Grimoaldo provvede alla sua tonsura. Nel Liber Historiæ Francorum si legge: "Grimoaldus Daygobertum totundit"6.

Liber Historiæ Francorum, cap. 43.

François de Belleforest lo conferma: "Grimoaldo fa eseguire una tonsura dal vescovo di Poitiers Dodon".

François de Belleforest 1573

Secondo François Eudes de Mézeray "Verso l’anno 653 Grimoaldo […] fa eseguire la tonsura dal vescovo di Poitiers Didon"7.

François Eudes de Mézeray 1687

Il piccolo Dagoberto viene dunque esiliato: secondo il Liber Historiæ Francorum "in Scocia", accompagnato dal vescovo di Poitiers, Didone Pectavense; anche de Belleforest parla di "Escosse", Jean du Tillet (1618) di "Ecosses"8.

Jean du Tillet 1618

De Mézeray parla piuttosto di Irlanda e di un monastero appartato; il reverendo Daniel mette d’accordo un po’ tutti, scrivendo che "Didone vescovo di Poitiers […] lo condusse in Ecosse" e in una nota a piè pagina specifica: "So bene che l’Hibernia [Irlanda], che veniva anche chiamata Isola degli Scozzesi, è stata in qualche occasione chiamata Scotia; ma a quanto racconta la Vita di San Vuilfrid, Dagoberto non raggiunse l’Hibernia se non dopo essere stato in Ecosse"9.

Secondo François Eudes de Mézeray, "è probabile che [Grimoaldo] abbia diffuso la voce che il piccolo fosse morto"10. Padre Daniel aggiunge che Grimoaldo "ne celebrò pubblicamente i funerali"11. A seguito di ciò, Imnechilde, moglie di Sigeberto III e madre di Dagoberto, si rifugia quindi dal cognato Clodoveo II in Neustria12.

François Eudes de Mézeray 1685

Ma che ne è del piccolo Dagoberto? Padre Daniel ritrova nella Vita Wilfridi alcuni accenni al giovane figlio di Sigeberto III e li riporta così: "Lasciato in Scozia o in Irlanda ad un’età ancora tenera dal vescovo di Poitiers, che l’aveva accompagnato, vaga a lungo senza ricevere alcun aiuto, esposto a mille pericoli e in uno stato di grande miseria. Vi dimora per diversi anni senza osare di tornare in Francia, dove sapeva bene che non sarebbe stato al sicuro, e forse nasconde a tutti la sua identità col timore che qualcuno in Francia possa sapere di lui e mandare qualcuno ad assassinarlo. Mentre si trova in questa condizione, incontra un inglese di valore, Wilfrid, col quale fa conoscenza e a cui confida la propria miseria. L’inglese viene mosso a compassione, lo trattiene presso di sé e lo porta in Inghilterra"13.

Pére G. Daniel 1722

San Wilfrid (~634-709), vescovo di York dal 664 al 678, è un personaggio chiave nella ricostruzione della vita di Dagoberto: è nella sua biografia scritta dal suo contemporaneo Eddius Stephanus, la Vita Wilfridi, che si racconta l’esilio di Dagoberto II14.

Eddius Stephanus ~700

Intanto in Austrasia il governo di un Pepinide, Grimoaldo, incontra presto l’opposizione dei notabili del regno, che vogliono ripristinare la linea di sangue merovingia; è Clodoveo II ad intervenire dalla Neustria: secondo François de Belleforest, Grimoaldo e il figlio vengono catturati e fatti prigionieri a Parigi.

François de Belleforest 1573

Mézeray avanza anche l’ipotesi che i due siano stati uccisi15; è della stessa opinione Jean du Tillet, secondo cui Grimoaldo viene imprigionato e condannato a morte per tradimento e lesa maestà e suo figlio Childeberto "l’adottato" ucciso in battaglia16.

Jean du Tillet 1618

Il regno di Clodoveo II sull’Austrasia dura poco: alla sua morte viene suddiviso tra due dei suoi tre figli: Clotario III e Childerico II. Clotario III ha soltanto cinque anni quando diventa il reggente della Neustria; fa le sue veci il maestro di palazzo Ebroin. Alla morte di Clotario III, è il terzo fratello Tierri III a succedergli. In Austrasia è Childerico II a diventare re, ma anch’egli non ha che 3 o 4 anni.

In Neustria si procede alla tonsura di Tierri III, che viene mandato nel monastero di Saint Denis, e Austrasia e Neustria si riuniscono nelle mani di Childerico II. Alla morte di costui, la situazione politica è molto confusa: per riportare al trono un sovrano di stirpe merovingia, Tierri III viene richiamato da Saint Denis e rimesso sul trono.

A proposito della morte di Childerico II, François Eudes de Mézeray riporta un fatto curioso: qualche anno prima del 1685 presso la chiesa di Saint Germain des Pres vennero ritrovate due sepolcri di pietra, l’uno accanto all’altro; contenevano i corpi di un uomo, una donna e un bambino. L’iscrizione "Childeric" e alcuni ornamenti reali fecero ipotizzare che si trattasse delle tombe di Chiderico II, di sua moglie e del figlio17.

François Eudes de Mézeray 1685

Continua de Mézeray: "persuasi dalla regina Imnechilde, vedova di re Sigeberto II (sic) […] gli abitanti dell’Austrasia si ricordarono di quel Dagoberto che Grimoaldo aveva sottoposto a tonsura e relegato in Irlanda, e lo riconobbero re d’Austrasia, dove regnò per diversi anni"18.

François Eudes de Mézeray 1685

Accompagnato da Wilfrid19 Dagoberto torna dunque in Francia e diventa legittimo re d’Austrasia: ad attestarlo c’è un cartulario ufficiale datato 1° agosto 677 in cui viene nominato "Dagoberctus rex Francorum"20.

Karolus Augustus Fridericus Pertz 1872

Spiega de Mézeray che la figura di Dagoberto fu dimenticata per molti secoli e spesso confusa con quella dell’omonimo re Dagoberto I vissuto un secolo prima: "Questo principe restò sconosciuto per quasi mille anni, e le sue gesta vennero completamente ignorate o confuse con quelle di Dagoberto I. La storia avrebbe continuato a credere che fosse morto in un monastero irlandese, se i critici moderni – primo tra tutti Adrian de Valois – non l’avesse riportato alla luce dall’oscurità dei secoli tenebrosi e non avesse prodotto prove indiscutibili della sua esistenza"21. Fa riferimento a de Valois anche padre Daniel, che scrive: "Dobbiamo a [Godefroy] Henschenius la rinascita della sua figura quando […] ha riportato alla luce questo importante momento della nostra storia antica", aggiungendo in nota: "E’ il signor Valois a rivendicare questa scoperta"22.

In effetti in un libro dedicato ai tre diversi Dagoberto23 Godefroy Henschenius (1600-1681) nel 1655 aveva per la prima volta distinto la figura del figlio di Sigeberto III da quelle degli altri due Dagoberto – l’uno suo antenato (Dagoberto I), l’altro pronipote (Dagoberto III).

Scrive ancora de Mézeray: "Il giovane Dagoberto regnò in un clima di pace e trascorse la vita nell’esercizio della pietà, raccogliendo reliquie, decorando le chiese e riconfermando le donazioni padre ai monasteri che aveva edificato suo padre"24.

I vari autori ci hanno lasciato resoconti discordanti circa la morte del re. De Mézeray è dubitativo sin dal titolo del paragrafo in cui ne parla: "Si suppone che sia stato ucciso in una battaglia":

Ho letto in un autore di quei tempi che scoppiò una battaglia tra i re Thierry e Dagoberto nei pressi di Langres: da ciò qualcuno ha ipotizzato che Dagoberto vi perse la vita, dal momento che non si trova più nessuna notizia di lui da quell’anno in avanti, e si dice che il suo corpo venne portato a Rouen grazie alle cure caritatevoli di San Ouin e inumato nella chiesa di Saint Pierre, come riporta l’autore della biografia di questo arcivescovo25.

François Eudes de Mézeray 1685

Nel suo testo del 1687 de Mézeray racconterà la vicenda con toni simili, anche se ulteriormente dubitativi: "Dagoberto, caduto nelle mani dei suoi nemici, o per aver perso una battaglia, o per qualche altro incidente, venne ucciso. Il suo corpo venne portato a Rouen dove l’arcivescovo Ouin l’inumò nella chiesa di Saint Pierre. So bene che ci sono autori secondo cui visse ancora molto anni e che gli attribuiscono un figlio o più figli, ma ciò si basa a mio avviso su prove molto dubbie. Si ha notizia di un Dagoberto inumato a Stenai, in una chiesa innalzata a suo nome, dov’è onorato come martire. La sua leggenda vuole trattarsi di un re che venne assassinato in una foresta a due leghe di distanza da lì da suo figlioccio"26.

François Eudes de Mézeray 1687

De Mézeray riporta l’esistenza di una chiesa dedicata a San Dagoberto a Stenay; l’autore è scettico sul fatto che si tratti dello stesso Dagoberto che ha governato sull’Austrasia: "Non può trattarsi dello stesso re di cui abbiamo parlato: esiste tuttavia qualche elemento che fa pensare si tratti di un membro della famiglia reale, ma si ignora di chi si tratti. Forse in futuro si scoprirà chi è"27. Lo stesso dubbio è espresso da Alexandre Huguenin, che scrive: "Uno dei principali argomenti prodotti [contro l’ipotesi che sia lo stesso Dagoberto] è il fatto che Goffredo di Buglione, nel concedere il privilegio del priorato di San Dagoberto di Stenay ai religiosi di Gorze, non attribuisce mai al patrono della chiesa il titolo di Re"28.

Secondo padre Daniel, Dagoberto venne ucciso "durante una caccia nella foresta di La Voivre"29. Il Martyrologium Adonis è ancora più preciso, fissando l’omicidio al decimo giorno delle calende di gennaio, che Alexandre Huguenin fa corrispondere al 23 gennaio30. Huguenin riporta anche un manoscritto anonimo scritto presso l’abbazia di Gorze in cui si racconta che Dagoberto morì sotto una quercia nei pressi di una fontana chiamata Aphays, ucciso da un figlioccio chiamato Grimoald31.

In definitiva, non esistono fonti precise che ci consentano di capire dove e come morì Dagoberto II. La questione più importante e delicata, però, riguarda la discendenza di Dagoberto: ebbe dei figli? E in caso positivo, che fine fecero?

1. François de Belleforest, Les Chroniques et Annales de France dez l’origine des Francoys et leur venues es Gaules, Parigi 1573 (parzialmente riprodotto in Les Cahiers de Rennes-le-Château 3, pp. 7+).
2. Pere G. Daniel, Histoire de France depuis l’établissement de la monarchie françoise dans les Gaules, Parigi 1722 (parzialmente riprodotto in Les Cahiers de Rennes-le-Château 5/6, pp. 47+).
3. Liber Historiæ Francorum cap. 43 cit. in Monumenta Germania Historica - Scriptorum Rerum Merovingicarum, Hannover: 1888, t.II, p. 316. Il Liber riporta anche il nome di una figlia di Sigeberto III, chiamata Bilichilde (in t.V, nota 2, p. 290).
4. Secondo Mézeray la morte sarebbe avvenuta il 1° febbraio 650 o lo stesso giorno del 654 in François Eudes de Mézeray, Abrégé chronologique de l’histoire de France, Lione 1687 (parzialmente riprodotto in Les Cahiers de Rennes-le-Château 3, pp. 17+ e Les Cahiers de Rennes-le-Château 5/6, pp. 32+).).
5. Daniel 1722.
6. LHF 1888, t.II, p. 316.
7. Si noti la discrepanza tra le due date: nel testo viene riportato l’anno 653, all’esterno del paragrafo l’anno 663. La data del 653 è verosimile soltanto se si accetta l’ipotesi precedentemente avanzata dallo stesso de Mézeray, secondo cui Sigeberto III sarebbe morto nel 650.
8. Jean du Tillet, Recueil des rois de France, leurs couronne et maisons. Ensemble, le rang des grands de France, Mettayer, Parigi 1618 (disponibile su Gallica), p. 31.
9. Daniel 1722.
10. François Eudes de Mézeray, Histoire de France, Parigi: 1685, p. 245.
11. Daniel 1722.
12. Mézeray 1685, p. 245 e Mézeray 1687.
13. Daniel 1722.
14. Eddius Stephanus, Vita Wilfridi I episcopi eboracensis, ~700 cit. in Wilhelm Levison, Monumenta Germania Historica - Scriptorum Rerum Merovingicarum, vol. 6, Hannover: 1913 (disponibile su Monumenta Germaniae Historica), p. 170.
15. Mézeray 1685, p. 245.
16. Tillet 1618, p. 31.
17. Mézeray 1685, p. 260.
18. Mézeray 1685, p. 261.
19. Daniel 1722.
20. Cit. in Karolus Augustus Fridericus Pertz, Diplomata regum Francorum e stirpe Merovingica, Hannover: 1872 (disponibile su Monumenta Germaniae Historica), t.I, cartulario 45, p. 42.
21. Mézeray 1685, p. 261.
22. Daniel 1722.
23. Godefroy Henschenius, De tribus Dagobertis francorum regibus diatriba, Anversa: 1655.
24. Mézeray 1687, p. 261.
25. Mézeray 1685.
26. Mézeray 1687.
27. Ibidem.
28. Alexandre Huguenin, Histoire du Royaume Mérovingien d’Austrasie, Parigi 1862 (disponibile su Google Books), p. 457.
29. Daniel 1722.
30. D. Georgius, Martyrologium Adonis, Roma: 1745, t.I, Martii, p. 19 cit. in Huguenin 1862, p. 449.
31. Nouvelle histoire de Metz, manoscritto della biblioteca di Metz, t.I, p. 57 cit. in Huguenin 1862, p. 451.

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83. Il gruppo di lavoro

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