Guida storica all’enigma di Rennes-le-Château

Il primo ritrovamento (1887)

Per smuovere il vecchio altare, gli operai sono costretti a rompere una parte del pavimento della chiesa, lasciando delle macerie che rimuoveranno nei giorni successivi. Una di quelle sere il campanaro del paese raggiunge la chiesa per suonare l’Angelus, e – com’è sua abitudine – si sofferma per qualche minuto di fronte a quello che fino al giorno prima era l’altare. Questo è il racconto dell’episodio riportato da Claire Corbu e Antoine Captier:

Il campanaro di Rennes, un anziano signore molto devoto, si inginocchiava ogni sera di fronte all’altare per dire una preghiera prima di andare a suonare l’Angelus della sera. Quel giorno, gli operai avevano demolito l’altare ed erano partiti lasciando un ammasso di macerie provenienti dai loro lavori. Meccanicamente, mormorando la sua preghiera, il campanaro raccolse un vecchio pezzo di legno, simile all’estremità di una capriata, che emergeva dal mucchio di macerie. Quando lo tirò a sé, il pezzo di legno si aprì in due. Si trattava in effetti di una sorta di scatola tarlata da cui uscirono dei piccoli frammenti di ossa e un pezzo di carta arrotolata. Si affrettò a portare l’oggetto della sua scoperta al curato che, dopo averlo esaminato, gli disse: non è niente, sono reliquie1.

La testimonianza è coerente con il resoconto che don Pons aveva fatto nel 1856 durante la visita pastorale di monsignor de la Bouillerie; alla domanda "Ci sono reliquie nel piano dell’altare o in quelli degli altari delle cappelle?" aveva risposto affermativamente2. L’usanza di conservare le reliquie del santo titolare della chiesa all’interno degli altari è ancora oggi diffusissima. La ricostruzione di cos’avvenne realmente in quei giorni, però, è molto più insidiosa di quanto possa sembrare. Alcuni dei ricercatori che hanno raccolto testimonianze intervistando la gente del paese, hanno vistosamente alterato le confidenze ricevute, distorcendo il testo delle interviste e proponendo scenari volutamente sensazionalistici ma privi di alcun riscontro con la realtà; ne è prova il fatto che, qualche decennio più tardi, la signora Léontine Marre si lamenterà con queste parole:

[I giornalisti] non riportavano mai sui loro giornali quel che avevo detto loro, citavano sempre delle pergamene trovate nel pilastro dell’altare sebbene io non avessi mai detto una cosa del genere3.

La piccola mortasa del pilastro

In effetti il pilastro decorato che sosteneva l’altare non era cavo, se non per la piccola mortasa, e non avrebbe potuto nascondere delle voluminose pergamene. Le testimonianze raccolte dai coniugi Captier e Corbu sono coerenti con il ritrovamento, durante gli scavi presso l’altare, di uno o più fogli di carta all’interno di un qualche contenitore. Sulla natura dei testi riportato, però, si possono soltanto avanzare ipotesi.

Da un lato si deve tener presente la tradizione di introdurre nell’altare le reliquie dei santi il cui culto è maggiormente diffuso nella regione, e – insieme a queste – alcuni documenti relativi al rito di consacrazione della chiesa, eventualmente arricchito da una cronaca degli avvenimenti e dall’elenco dei partecipanti alla cerimonia. Non si può comunque escludere che i fogli contenessero indicazioni su qualche nascondiglio segreto o sulla presenza della cripta murata due secoli prima.

La versione che dà il padre di Antoine Captier, nipote del campanaro su citato, riporta elementi leggermente diversi:

Una sera, mentre scendeva per la scala del campanile, mio nonno scorse un riflesso brillante provenire dal capitello di un vecchio balaustro che i muratori avevano messo da parte perché ostacolava i loro lavori. Incuriosito, si avvicinò e scoprì che il riflesso proveniva da una fiala incastrata al fondo di un profondo intaglio del capitello. Il vecchio balaustro era stato probabilmente spostato senza troppa cura, e il pezzo di legno che normalmente chiudeva l’intaglio si era rotto, lasciando apparire la fiala. Mio nonno la estrasse e vide che conteneva all’interno un pezzo di pergamena arrotolata. La portò al curato e non ne sentì mai più parlare. Diceva che grazie a ciò il curato aveva trovato un tesoro4.

I coniugi Corbu e Captier ritengono di aver rivenuto all’interno della biblioteca di Saunière, al loro arrivo a Rennes-le-Château nel 1942, la colonnina in legno cui farebbe riferimento la testimonianza. Secondo i due autori, la colonna (alta 86 cm) avrebbe fatto parte del pulpito installato nel 1740 e citato dal reverendo Pons nel 18765.

Rimosso da Saunière durante i primi lavori, non sarebbe stato sostituito fino al 18916. A conferma della testimonianza riportata, il capitello mostrava un’incisione all’interno della quale si trovava fissato un pezzo di legno di diverso colore, il che indicava che il frammento originale era andato perduto. Secondo i due coniugi, dopo aver estratto la fiala di vetro, Saunière avrebbe richiuso l’apertura con un nuovo pezzo di legno.

La colonnina di legno

Paul Saussez contesta l’identificazione della colonnina con quella della testimonianza, perché ritiene il suo stato di conservazione incompatibile con la datazione del 1740; in effetti, tutti gli oggetti in legno della chiesa erano stati sostituiti nel 18287. L’architetto ritiene che la colonnina sia una copia più moderna; le datazioni fornite sono due: potrebbe essere stata acquistata prima del 1876 ed utilizzata come pilastro di sostegno della statua di Sant’Antonio (e il testo nascosto al suo interno avrebbe contenuto delle indicazioni sulla presenza della cripta dei Signori) oppure trattarsi di un pezzo ancora più recente (una fattura del 1898 riporterà l’acquisto da parte di Saunière di un "tronco in quercia invecchiata montato su colonna con capitello").

1. Claire Corbu, Antoine Captier, L’héritage de l’Abbé Saunière, Bélisane, Nizza 1995, pp. 74-75.
2. "Visite pastorale faite par Monseigneur De La Bouillerie dans la Paroisse de Rennes", 1856, p. 4 (ora in Patrick Mensior, Parle-moi de Rennes-le-Château, 1 (marzo 2004), p. 26).
3. Corbu/Captier 1995, p. 74.
4. La testimonianza, riportata in Corbu/Captier 1995, p. 75, è del fratello del nipote del campanaro.
5. "Visite pastorale faite par Monseigneur Leuillieux dans la Paroisse de Rennes-le-Château", 1876, p. 17 (ora in Mensior 2004, p. 52).
6. Sulla relazione vescovile del 1889, Saunière scriverà: "Non c’è più il pulpito" e "[Essendo] fuori uso, è stato eliminato" (Bruno de Monts, "La paroisse et les paroissiens de Rennes-le-Château", Cahiers, V, p. 23).
7. Paul Saussez, Au tombeau des seigneurs (su CDRom), ArkEos, 2004, slide 49, dove si legge anche: "Saunière ne ha forse fatto fare una copia. In effetti, nel 1898 gli venne inviata una fattura per tronco in quercia invecchiata montato a colonna con capitello".

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18. La ricostruzione del castello e di una seconda chiesa

19. L’ampliamento della chiesa di Santa Maria e la nuova dedica

20. La peste e l’attacco aragonese

21. L’unione con i d’Hautpoul e le guerre di religione

22. La cripta dei Signori d’Hautpoul

23. Il testamento "da leggere"

24. La morte di Marie de Négre e la fuga di Antoine Bigou

25. I restauri più urgenti e le due ispezioni

26. La nascita di Saunière e la visita di De la Bouillerie

27. Il "Secondo Impero" e la visita di Monsignor Leuillieux

28. La nuova sacrestia (1881-1883)

29. L’ispezione del Vicario Generale

30. L’arrivo di Saunière a Rennes-le-Château (1885)

31. Le elezioni legislative e l’esilio a Narbonne (1885-1886)

32. Il dono della contessa di Chambord (1886)

33. La ripavimentazione (1887)

34. La sostituzione delle vetrate (1887)

35. Il nuovo altare e il bassorilievo della Maddalena (1887)

36. Il primo ritrovamento (1887)

37. La Dalle des Chevaliers e il secondo altare (1887)

38. Il gruzzolo sotto l’altare della Vergine (1887)

39. Gli ultimi lavori prima della visita vescovile (1887)

40. La visita di monsignor Billard (1889)

41. La vecchia zia e la famiglia Dénarnaud (1889)

42. Il servizio ad Antugnac (1890)

43. Lo stratagemma degli scavi (1891)

44. La Madonna di Lourdes (1891)

45. Il pellegrinaggio a Puivert (1891)

46. La scoperta del sepolcro (1891)

47. Il secret di Saunière e il secret di Cros

48. La morte di Boulanger e i primi lavori nel cimitero (1891)

49. Il nuovo pulpito (1891)

50. Il bassorilievo all’ingresso della chiesa (1891)

51. La grotta di Lourdes (1891-1892)

52. Gli screzi con Alexandrine Marre Dénarnaud (1892)

53. I viaggi e le lettere prefirmate (1892)

54. La vendita delle messe (1892)

55. Il confessionale e la leggenda di Ignace Paris (1893)

56. L’inizio del traffico di messe (1893-1894)

57. I lavori nel giardino (1894)

58. I lavori nel cimitero (1895)

59. L’incendio nel giorno della Festa Nazionale (1895)

60. La contabilità del gennaio 1896

61. I lavori nel presbiterio (1896)

62. Il contratto con Giscard di Toulouse (1896)

63. I lavori nella chiesa e sulla piazzetta (1897)

64. Le decorazioni della chiesa (1897)

65. Il bassorilievo "Venez tous à moi" (1897)

66. Il demone e l’acquasantiera (1897)

67. La Via Crucis (1897)

68. Il fonte battesimale (1897)

69. Le statue e il GRAAL (1897)

70. La visita del vescovo Billard (1897)

71. Il calvario (1897)

72. La stanzetta segreta (1897)

73. Gli ultimi acquisti (1897-1898)

74. Un resoconto delle spese (1885-1898)

75. I conflitti con la famiglia (1897)

76. I viaggi a Lione e i presunti interessi per la fotografia (1897)

77. Il Personnat rifiutato (1899)

78. La concessione perpetua nel cimitero (1900)

79. Il grande progetto di Saunière

80. I lavori di costruzione (1899-1906)

81. La Tour Magdala

82. Villa Bethania

83. Il gruppo di lavoro

84. Un resoconto delle spese

85. I richiami di monsignor Billard (1901)

86. L’andamento economico

87. I richiami di monsignor Beuvain de Beauséjour (1903-1904)

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97. La nomina di don Marty e la violazione del divieto (1909)

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