Guida storica all’enigma di Rennes-le-Château

Dagli Arabi ai Franchi: nascita della contea del Razès

E’ curioso notare che durante tutto il regno dei re Merovingi (486-751), la regione di Rennes-le-Château non sarà mai sotto il controllo dei Franchi: la Settimania resta, infatti, saldamente nelle mani dei Visigoti, per essere poi conquistata dai Saraceni dal 720. Oltre ad essere minacciati al nord dai Franchi, i Visigoti subiscono la pressione da ovest degli Arabi; dopo aver perso, a favore dei Saraceni, il controllo Spagna nel 711, anche Narbonne (nel 720) e Carcassonne (nel 725) cadono in mano araba.

Nel 752 a Soissons la Santa Sede, durante una cerimonia di incoronazione celebrata dal Papa stesso, conferma il sostegno al re Pipino il Breve. Una seconda cerimonia si terrà a Saint Denis nel 754. In cambio dell’appoggio papale i Franchi promettono un appoggio contro i Lombardi che stanno minacciando di conquistare Roma.

Nel frattempo la Settimania è saldamente in mano araba. Manca la prova di un’effettiva occupazione saracena della collina di Rennes-le-Château; è Louis Fédié a tentare di riempire i buchi della Storia riferendo ipotesi e tradizioni locali.

Secondo lo storico Pierre de Marca, citato anche da Fédié, l’arcivescovo di Narbonne, cacciato dagli Arabi, si sarebbe rifugiato proprio tra le mura della cittadella1. Ciò farebbe pensare che l’area fosse al sicuro dal dominio arabo. A quanto riporta una leggenda, invece, “i Saraceni fondarono nei suoi dintorni alcune villariae e, tra le altre cose, un centro abitato oggi ridotto ad un modesto gruppetto di case poco distante da Rennes-le-Château che si chiama la Maurine”2. Difficile districarsi tra voci e ipotesi senza precisi riscontri.

Più solida è la data del 759, in cui i Franchi guidati da Pipino il Breve cacciano i Saraceni ed estendono il controllo dei Pepinidi a tutta la Settimania; è possibile che in questo periodo la fortificazione della cittadella di Rennes-le-Château sia diventata un presidio di controllo del confine spagnolo, avendo respinto attraverso questa linea gli Arabi.

Come scrive Jean Fourié,

Durante tutto il lungo periodo che, dal VIII secolo ci porta al Medioevo, la storia di Rennes si confonde praticamente con quella della contea del Razès di cui era capitale […]. Provenendo, come abbiamo visto, da un antico pagus romano [il pagus Redensis] la contea del Razès dovette certamente la sua esistenza "ufficiale" a Carlo Magno, quando riorganizzò l’amministrazione dei marchesati spagnoli dopo aver cacciato i Saraceni al di là dei Pirenei. […] Nell’VIII secolo il Razès sarà separato dalla contea di Carcassonne e integrato nella diocesi di Narbonne3.

Figlio di Pipino il Breve, nel 771 Carlo Magno (742-814) riunisce sotto il suo potere l’intero Regnum Francorum – un gigantesco ed eterogeneo territorio che va dai Pirenei all’Italia centrale, fino alla Germania. Obiettivo principale del suo regno è la costruzione in Occidente di un vasto impero di stampo cristiano fondato sull’antica struttura romana. Installatosi ad Aix-la-Chapelle, Carlo Magno suddivide il territorio in contee e diocesi e incarica alcuni missi dominici di controllarle.

E’ intorno al 778 che "nasce" la contea del Razès, distinta da quelle confinanti di Carcassonne e Narbonne.

Più oscura è la condizione "diocesana" del territorio; durante un importante concilio tenuto nel 788 a Narbonne, un certo Daniel rivendica l’intero territorio del Razès sotto il controllo di Vuinedarius (o Winedurius), vescovo di Elne. La stessa rivendicazione viene avanzata dal vescovo di Béziers. Un modo di risolvere il problema sarebbe quello di creare una nuova diocesi e fare di Rennes un seggio vescovile, ma la soluzione trova l’opposizione di molti dei presenti. Si decide di annettere l’intero Razès alla diocesi di Narbonne; ne resta traccia nel titolo di Archiepiscopus Narbonensis et Reddensis che veniva attribuito all’arcivescovo della città4.

Continua Fédié: “Le lunghe guerre che Pipino e Carlomagno dovettero combattere per respingere i Saraceni prima fino ai piedi dei Pirenei, poi al di là di questa barriera, rendevano necessario il mantenimento di una piazzaforte che fungesse da avamposto sulla frontiera con la Spagna. Infine, quando il grande imperatore consolidò il proprio potere, inviò messaggeri reali nelle città importanti della Settimania; questi missi dominici segnalarono Rhedæ al rango delle città che meritavano, per così dire, il titolo di città reali”5.

Tale titolo segna un punto di svolta fondamentale nell’indagine storica sull’antica Rennes-le-Château: per la prima volta, infatti, si trova scritto il nome della cittadella, chiamata Redas. Nel 798, infatti, il vescovo di Orléans, Théodulfe, e l’arcivescovo di Lione, Leidrade, erano stati inviati da Carlo Magno in Settimania come missi dominici, e in un documento citarono Rhedae insieme a Narbonne e Carcassonne con queste parole:

Inde revisentes te, Carcassonna, Redasque,
Moenibus inferimus nos citò, Narbo, tuis.
Undique conveniunt populi, Clerique caterva,
Et Synodus Clerum, lex regit alma forum.

A riferirlo sono, tra gli altri, Claude De Vic e Joseph Vaissète nella monumentale Histoire Générale de Languedoc, pubblicata nel 1712 in 10 volumi. Una nota a piè pagina del primo volume riporta il verso in questione, affermando che con il nome “Redas” si fa riferimento al “triste villaggio di Rennes (noto anticamente come Règnes)”6.

1. Pierre de Marca, Marca hispanica sive Limes hispanicus, hoc est geografica et historica descriptio Cataloniae, Ruscinonis et circum jacentium populorum, t. 1, Paris, 1688 cit. in paragrafo VIII in Louis Fédié, Le Comté de Razès et le diocèse d’Alet, 1880 (primo capitolo riprodotto in Louis Fédié, Rhedae: la Cité des Chariots, Rennes-le-Château: Terre de Rhedae, 1994 ora nella traduzione italiana di Roberto Gramolini in Indagini su Rennes-le-Château 13 (2007), pp. 631-647).
2. Paragrafo VIII in Fédié 1880.
3. Jean Fourié, L’Histoire de Rennes-le-Château antérieure à 1789, Esperaza: Editions Jean Bardou, 1984, pp. 50-51.
4. Pierre Jarnac, Histoire du Trésor de Rennes-le-Château, Bélisane, Nizza 1985, p. 28. Ne parla anche il paragrafo VIII di Fédié 1880.
5. Paragrafo VIII in Fédié 1880.
6. C. De Vic, J.Vaissète, op. cit., vol.1, p. 128 (nota a piè pagina). La nota è firmata da un certo E.B. e può risalire alla prima edizione; il testo, infatti, afferma che Rennes avrebbe dato il nome ai Bagni di Rennes, e tale appellativo risale almeno al 1709, quando don Delmas scrisse un manoscritto dal titolo Antiquités des bains de Montferrand communément appelés les bains de Rennes.

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7. La testa del Salvatore

8. La nascita della Settimania

9. Le poche vestigia del villaggio visigoto

10. Ipotesi sulla Rhedæ visigota

11. La dinastia Merovingia

12. Vita di Dagoberto II

13. Ci fu un Sigeberto IV?

14. Dagli Arabi ai Franchi: nascita della contea del Razès

15. Fondazione della cappella di Santa Maria

16. Consacrazione della cappella di Santa Maria

17. L’attacco aragonese e la crociata contro gli Albigesi

18. La ricostruzione del castello e di una seconda chiesa

19. L’ampliamento della chiesa di Santa Maria e la nuova dedica

20. La peste e l’attacco aragonese

21. L’unione con i d’Hautpoul e le guerre di religione

22. La cripta dei Signori d’Hautpoul

23. Il testamento "da leggere"

24. La morte di Marie de Négre e la fuga di Antoine Bigou

25. I restauri più urgenti e le due ispezioni

26. La nascita di Saunière e la visita di De la Bouillerie

27. Il "Secondo Impero" e la visita di Monsignor Leuillieux

28. La nuova sacrestia (1881-1883)

29. L’ispezione del Vicario Generale

30. L’arrivo di Saunière a Rennes-le-Château (1885)

31. Le elezioni legislative e l’esilio a Narbonne (1885-1886)

32. Il dono della contessa di Chambord (1886)

33. La ripavimentazione (1887)

34. La sostituzione delle vetrate (1887)

35. Il nuovo altare e il bassorilievo della Maddalena (1887)

36. Il primo ritrovamento (1887)

37. La Dalle des Chevaliers e il secondo altare (1887)

38. Il gruzzolo sotto l’altare della Vergine (1887)

39. Gli ultimi lavori prima della visita vescovile (1887)

40. La visita di monsignor Billard (1889)

41. La vecchia zia e la famiglia Dénarnaud (1889)

42. Il servizio ad Antugnac (1890)

43. Lo stratagemma degli scavi (1891)

44. La Madonna di Lourdes (1891)

45. Il pellegrinaggio a Puivert (1891)

46. La scoperta del sepolcro (1891)

47. Il secret di Saunière e il secret di Cros

48. La morte di Boulanger e i primi lavori nel cimitero (1891)

49. Il nuovo pulpito (1891)

50. Il bassorilievo all’ingresso della chiesa (1891)

51. La grotta di Lourdes (1891-1892)

52. Gli screzi con Alexandrine Marre Dénarnaud (1892)

53. I viaggi e le lettere prefirmate (1892)

54. La vendita delle messe (1892)

55. Il confessionale e la leggenda di Ignace Paris (1893)

56. L’inizio del traffico di messe (1893-1894)

57. I lavori nel giardino (1894)

58. I lavori nel cimitero (1895)

59. L’incendio nel giorno della Festa Nazionale (1895)

60. La contabilità del gennaio 1896

61. I lavori nel presbiterio (1896)

62. Il contratto con Giscard di Toulouse (1896)

63. I lavori nella chiesa e sulla piazzetta (1897)

64. Le decorazioni della chiesa (1897)

65. Il bassorilievo "Venez tous à moi" (1897)

66. Il demone e l’acquasantiera (1897)

67. La Via Crucis (1897)

68. Il fonte battesimale (1897)

69. Le statue e il GRAAL (1897)

70. La visita del vescovo Billard (1897)

71. Il calvario (1897)

72. La stanzetta segreta (1897)

73. Gli ultimi acquisti (1897-1898)

74. Un resoconto delle spese (1885-1898)

75. I conflitti con la famiglia (1897)

76. I viaggi a Lione e i presunti interessi per la fotografia (1897)

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