LA MADONNA DI LOURDES (1891)
Qualunque cifra gli abbia fruttato il ritrovamento del 1887, nel 1891 si è già esaurita: per proseguire i lavori, Saunière è costretto a far affidamento esclusivamente sullo stipendio annuale di 900 franchi e sulla vendita delle messe, che nello stesso anno ammontano a 582,50 franchi (1), né le due fonti di guadagno sono sufficienti per saldare i conti; le somme impegnate sono così alte che il parroco è costretto a chiedere alla signora Marre Barthélémy due prestiti di 250 franchi l'uno; ne è rimasta traccia sul suo quaderno contabile nei mesi di luglio e novembre 1891.
Nell'ultimo decennio del XIX secolo si assiste ad una rinascita del culto della Vergine Maria, e i pellegrinaggi ai santuari mariani coinvolgono un numero sempre maggiore di fedeli. Il pellegrinaggio a Lourdes diventa un avvenimento nazionale, il simbolo stesso della Francia cattolica antirepubblicana, da quando iniziano a occuparsene i padri assunzionisti. Fondato da Emmanuel d'Alzon (1810-1880), l'ordine degli assunzionisti è profondamente immerso nelle lotte politiche dell'epoca, schierandosi nettamente contro la Repubblica anticlericale e la massoneria, e pubblica dal 1883 il periodico religioso La Croix; è dalla lettura di questo giornale che Saunière coglie l'importanza di Lourdes come esplicito simbolo antirepubblicano.
Nel 1891 Papa Leone XIII (1878-1903) fissa all'11 febbraio la festa di Nostra Signora di Lourdes. Ancora, nell'enciclica Octobri Mense, pubblicata nello stesso anno, il pontefice invita esplicitamente i sacerdoti a promuovere il culto della Madonna tra i fedeli:
Ci ritornano gradite alla memoria le calorose esortazioni a voi rivolte negli anni scorsi, Venerabili fratelli, affinché tutti i fedeli, senza eccezione, incitati dalla vostra autorità e dal vostro zelo si applicassero con rinnovata devozione al culto della gran Madre di Dio, potente ausiliatrice della cristianità […] È Nostra intenzione, anche quest'anno, rivolgerci a voi per ribadire e raddoppiare le stesse esortazioni, come Ci consiglia e Ci spinge a fare l'amore verso la Chiesa (2).
Saunière decide di contribuire attivamente alla diffusione del culto mariano, riaffermando così anche le sue simpatie per il movimento antirepubblicano. La chiesa è troppo angusta per consentire la ricostruzione della minuscola cappella laterale dedicata alla Vergine, rimossa nel 1887, dunque le attenzioni vengono rivolte al cortile esterno: con l'autorizzazione ad utilizzarlo per una serie di lavori, Saunière trasferisce nella piazzetta il pilastro decorato che fino a quattro anni prima aveva sostenuto l'altare in chiesa.
Planimetria del cortile di fronte all'ingresso della chiesa: in rosso, l'area che custodisce il pilastro con la Madonna di Lourdes.
Il pilastro viene capovolto, sormontato da un basso capitello ed issato sopra un basamento.
Il complesso della Madonna di Lourdes
Sul capitello viene incisa scritta "PÉNITENCE, PÉNITENCE!", in ricordo delle parole pronunciate dalla Madonna di Lourdes a Bernadette il 24 febbraio 1858:
Pénitence! Pénitence! Pénitence! Vous prierez Dieu pour les pécheurs.
Sul basamento compaiono una A ed una M intrecciate, acronimo della preghiera mariana per eccellenza, l'Ave Maria.
Secondo Bruno de Monts, capitello, basamento e i due supporti per vasi laterali avrebbero già potuto trovarsi sull'altare laterale dedicato all'Immacolata, a sovrastare e reggere la vecchia statua della Madonna: il loro aspetto è, in effetti, molto antico (3).
Di fronte al pilastro, Saunière fa realizzare tre gradini; di fronte al primo fa disporre una lastra di pietra di 165x98x15 cm in cui oggi alcuni riconoscono il piano del vecchio altare maggiore (4).
Altri sostengono che si trattasse di una placca che si trovava fissata verticalmente sotto l'altare della Vergine (5). Sulla lastra compare l'iscrizione
O MARIE CONCUE SANS PÉCHÉ PRIEZ POUR NOUS QUI AVONS RECOURS A VOUS ("O Maria concepita senza peccato/pregate per noi/che ricorriamo a voi")
La frase venne coniata nel 1830 in seguito ad un'apparizione della Vergine a Parigi; alla veggente, Caterina Labouré, la Madonna affidò l'incarico di realizzare una medaglietta con la scritta in questione. Anche quest'ultima è un riferimento alla Madonna di Lourdes: "Io sono l'Immacolata Concezione" è la frase con la quale la Vergine si sarebbe presentata a Bernadette il 25 marzo 1858, conferendo così una sorta di imprimatur sovrannaturale alla bolla "Ineffabilis Deus" del 1854 di Papa Pio IX, nella quale per la prima volta veniva affermato il dogma dell'Immacolata Concezione.
La medaglietta di Caterina Labourè
Non sappiamo se la frase si trovasse già nella cappella dedicata all'Immacolata o se sia stata fatta realizzare da Saunière per l'occasione.
Il fatto che venga costantemente citata in qualsiasi studio su Rennes-le-Château è dovuto ad un errore compiuto dallo scalpellino incaricato del lavoro di incisione: dopo aver tracciato le lettere O M, prosegue con una R, dimenticando la A e scolpendo così la scritta
O MRIE CONCUE SANS PÉCHÉ...
Per rimediare al problema, inserisce una seconda M nello spazio tra la O e la M già incisa, e sovrappone a quest'ultima lettera una A. Probabilmente cerca di stuccare le righe che compongono la vecchia M con un po' di cemento, ma certo non della migliore qualità… Dopo meno di un secolo la sua svista tornerà alla luce, scatenando le ipotesi più ardite sul possibile significato di quell'errore.
L'Immacolata Concezione compare anche sul "baldacchino" che sovrasta la Madonna, richiamandosi esplicitamente a Lourdes:
Io sono l'Immacolata Concezione
In occasione della prima comunione di 24 bambini, il 21 giugno 1891 Saunière invita padre Ferrafiat, un lazzarista di Notre-Dame de Marceille, a predicare le missioni parrocchiali. Dopo un'apprezzata omelia del religioso, il parroco organizza una processione per le strade del paese; sono presenti il parroco di Couiza, quello di Espéraza e don Fournès. Quattro uomini (6) portano sulle loro spalle una statua della Madonna di Lourdes, per concludere il cammino di preghiera di fronte al pilastro decorato, su cui la statua verrà issata.
Souvenir della Missione 1891 a Rennes. Al centro, padre Ferrafiat. A sinistra, in mezzo ai bambini, un giovane Saunière.
Sullo stesso, Saunière fa incidere la scritta MISSION 1891, a perenne ricordo della Missione celebrata in quell'anno.
Il lavoro di incisione del sacerdote non si limita alla scritta: a quanto scritto da Elie Tisseyre nel 1906, il disegno sul pilastro sarebbe stato "ravvivato" da uno scultore che gli avrebbe così fatto perdere ogni valore archeologico:
Notiamo ancora, in un altro piccolo giardino, uno zoccolo di pietra che sostiene una Vergine; questo zoccolo, molto antico e di buona fattura, è stato ritoccato col pretesto di dargli più risalto, e al contrario l'artigiano ha fatto perdere alla scultura ogni aspetto artistico e tolto la preziosità di questo pezzo antico (7).
Nel 1909 Antoine Fagès si limita a registrare l'origine del pilastro:
Di fronte e a sinistra della porta della chiesa, usato come piedistallo per una Vergine di Lourdes, si trova un pilastro che un tempo sosteneva l'altare maggiore (8).
Saunière verbalizzò puntualmente gli avvenimenti di quel 21 giugno:
Verbale della Posa e Benedizione, sulla piazza della Chiesa, della Statua di Nostra Signora di Lourdes (21 giugno 1891)
Nell'anno milleottocentonovantuno, il ventuno giugno, nella festa di San Luigi Gonzaga, in ricordo della 1a Comunione di 24 bambini della parrocchia e a chiusura degli esercizi di ritiro spirituale officiati dal Reverendo Padre Ferrafiat, missionario diocesano, della famiglia di San Vincenzo de' Paoli, residente a Notre Dame de Marceille, la statua di Nostra Signora di Lourdes, dopo aver percorso le principali vie della Parrocchia, portata da 4 uomini su un magnifico baldacchino, e accompagnata in processione da tutta la parrocchia e da una folla immensa venuta dai dintorni, è stata posata e benedetta nella piazza dal fervente missionario che per otto giorni ha evangelizzato gli abitanti di Rennes-le-Château. Questa bella festa famigliare si è conclusa con una calda allocuzione del Venerato Padre, con tre acclamazioni in omaggio di Maria e con la benedizione del Santo Sacramento. Alla fine della cerimonia condotta dal Curato della parrocchia, accompagnati dal caro missionario, tutti i bambini della 1a Comunione sono andati nel giardino della Vergine e lì sotto lo sguardo di Maria, ai piedi di questa Madre, testimone delle loro promesse e dei loro giuramenti, hanno consentito al Fotografo di ritrarre i loro bei vestiti e i tratti dei loro visi dove si riflettono l'innocenza e la felicità.
Erano presenti a questa solennità: i Sigg. Curati di Couiza, d'Espéraza, l'abate Fournés [?]
B.Saunière, Prete Curato della Parrocchia di Rennes-le-Ch-
Nomi degli uomini che hanno avuto la gioia e l'onore di portare la statua: Sigg. Antoine Captier; Zacharie Péchou [?]; Jean Maury ; Truillet.
Rennes-le-Château lo stesso giorno mese e anno di quanto sopra B.Saunière, Prete
1.Claire Corbu, Antoine Captier, L'héritage de l'Abbé Saunière, Nice: Bélisane, 1995, p.79
2.Enciclica Octobri mense, 22 settembre 1891
3.Si veda la ricostruzione proposta in Bruno de Monts, "Les deux autels de Rennes-le-Château", Cahiers, X, p.38
4.Pierre Jarnac, Histoire du Trésor de Rennes-le-Château, Nice: Bélisane, 1985, p.148 e Descadeillas, 1991, p.132. Secondo Patrick Mensior, L'Extraordinaire Secret des Prètres de Rennes-le-Château, Les 3 Spirales, 2003, p.27 il vecchio piano dell'altare venne ritrovato da Henri Buthion nel presbiterio nel corso degli anni Ottanta: "La lastra sarebbe databile al III secolo e potrebbe essere stata utilizzata come copertura per un sarcofago".
5.Secondo Bruno de Monts non potrebbe trattarsi del vecchio altare perché questo era stato descritto come "opera di muratura" e non come singola lastra (in Bruno de Monts, "Les deux autels de Rennes-le-Château", Cahiers, X, p.39)
6.Antoine Captier, Zacari Péchore, Jean Maury e Trouillet (Pierre Jarnac, Histoire du Trésor de Rennes-le-Château, Nice: Bélisane, 1985, p.148)
7.Elie Tisseyre, "Une excursion à Rennes-le-Château", Bulletin de la Société d'Etudes Scientifique de l'Aude, Vol.17 (1906)
8.Antoine Fagès, "De Campagne-les-Bains à Rennes-le-Château", Bulletin de la Société d'Etudes Scientifique de l'Aude, Vol.20 (1909), p.128
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