Guida storica all’enigma di Rennes-le-Château

La Dalle des Chevaliers e il secondo altare (1887)

Dal momento che Saunière non registrò il ritrovamento né sui suoi diari né su alcun registro, possiamo solo avanzare qualche ipotesi sul testo dei fogli eventualmente ritrovati, considerando la direzione presa dai lavori di riparazione.

Un’ulteriore testimonianza riportata dai coniugi Captier e Corbu contiene diversi dettagli interessanti:

Dopo la demolizione dell’altare, una pietra fu parzialmente sollevata. Era della stessa larghezza dell’altare. Alla vista di quel che si trovava sotto, l’abate Saunière congedò i due muratori presenti col pretesto che era ora di mangiare. Ma questi ultimi ebbero il tempo di scorgere un calderone pieno di oggetti brillanti. Ad uno dei muratori che gli chiese di che cosa si trattasse, rispose: "Sono medaglie di Lourdes". Quando il muratore espresse il desiderio di averne qualcuna, l’abate disse: "Sono senza valore e non ve ne fareste nulla"1.

Innanzitutto non è specificato di quale altare si parli; quasi tutti gli autori hanno dato per scontato che si trattasse dell’altare principale, e ne hanno dedotto che la pietra sollevata si trovasse al centro della navata. Dal momento che, però, gli altari erano due – e Saunière parla di medaglie di Lourdes – non è da escludere che si trattasse dell’altare della Vergine, sulla parete settentrionale della chiesa2.

La lastra con le medagliette di Lourdes (in viola) si trovava probabilmente nei pressi dell’altare della Vergine (in blu). La dalle des chevaliers non era "della stessa larghezza dell’altare".

Se l’ipotesi di Saussez su presentata è corretta, il parroco avrebbe individuato – durante i lavori di demolizione dell’altare laterale – la presenza della cripta sotto la lastra posata ai piedi della costruzione, eretta appositamente per nascondere il sepolcro. Guidato dalle pergamene ritrovate nella colonnina di legno?

Sebbene molti autori identifichino la "pietra parzialmente sollevata" con un reperto noto come Dalle des Chevaliers3, la testimonianza su riportata consente di escluderlo categoricamente; la pietra, infatti, “era della stessa larghezza dell’altare” – dunque lunga almeno due metri – mentre la Dalle, custodita oggi nel museo del paese, misura soltanto 131 x 72 x 8 cm.

La dalle custodita nel museo del paese

Secondo Antoine Fagès, che nel suo articolo riporta i racconti fatti in prima persona da Saunière, la Dalle “fu scoperta, all’epoca della ripavimentazione della chiesa, posata di piatto davanti all’altare maggiore”4.

Il reperto, ritrovato dunque al centro della navata, mostra – sul lato che precedentemente era rivolto verso la terra – il bassorilievo di una scena di caccia sormontata da due arcate sostenute da tre colonne ritorte; sotto l’arco di sinistra è visibile un cavaliere che suona il corno da caccia e un cavallo che si abbevera ad una fonte, sotto l’arco di destra compare un altro cavallo, sormontato da un uomo armato, che sembra portare in sella un bambino.

Sebbene già nel 1927 Henry Guy affermerà trattarsi di un reperto di fattura carolingia risalente all’ottavo secolo, non mancherà chi vi riconoscerà un’origine templare5, facendo notare che due uomini a cavallo si trovano anche sul sigillo dei Cavalieri Templari. Seguendo la tendenza diffusa all’epoca di recuperare il materiale edile scartato, Saunière utilizzerà la Dalle nella piazzetta antistante l’ingresso della chiesa, trasformandola in uno scalino. Il gesto di Saunière denota una scarsissima sensibilità archeologica di fronte ad un reperto di così grande interesse storico. Nel 1905 una spedizione archeologica la descriverà così:

In un piccolo giardino contiguo alla chiesa, uno dei nostri ha riconosciuto in una lastra grossolanamente modellata o scolpita un antico reperto che risalirebbe al V secolo; è deplorevole che questa lastra serva da gradino della scala e sia esposta all’esterno a tutte le intemperie. Il suo posto sarebbe all’interno della chiesa e potrebbe sostituire con vantaggio qualche pannello verniciato o dorato6.

Nel 1908 si trova ancora

Ai piedi della Croce della Missione […] È in arenaria molto friabile e la bellezza delle sue incisioni sarebbe svanita da tempo se, nel luogo dove fu scoperta, il disegno non fosse stato rivolto verso il basso. Si vedono due cavalieri con la lancia in pugno all’interno di una cornice ogivale, forse la riproduzione di un torneo?7

La lastra rimane sotto la croce fin dopo il 1927, anno in cui Guy la trova ricoperta da foglie e terra:

Al giorno d’oggi si trova nel giardino accanto al cimitero, appoggiata ad una lamiera dove si deteriora, coperta dalla terra e dalle foglie e messa su un supporto come un monumento. Un dettaglio curioso: la parte scolpita è all’interno, mentre quella piatta si trova all’esterno.8

Quest’ultimo articolo riporta anche la più antica illustrazione che se ne abbia, a cura di J.Ourtal:

La dalle nell’illustrazione dell’articolo di Guy (1927) a cura di J.Ourtal

Pur in pessime condizioni, nel 1955 viene recuperata ed inviata da Pierre Embry in un deposito di reperti archeologici a Carcassonne, in attesa dell’allestimento del museo della città; nel 1956 il proprietario del castello di Rennes, Henri Fatin, si improvvisa storico, proponendo su l’Indépendant una personale versione – non confermata, però, da precisi documenti storici – dell’origine della Dalle. Secondo Fatin il bassorilievo risalirebbe al 771 e sarebbe stato scolpito su ordine di Carlo Magno, che lo utilizzò per ornare l’appena eretto castello di Rennes-le-Château. Le due scene, che secondo l’autore sarebbero “più eloquenti di un documento scritto”9, rappresenterebbero due tra le realtà più significative che segnarono la gioventù di Carlo Magno: la caccia e la guerra.

Con una competenza archeologica decisamente maggiore, nel 1978 Brigitte Lescure scrive che la Dalle era

in origine, una placca del coro, [un] elemento di chiusura che separava il coro dalla navata. Questa scultura corrisponde al nuovo orientamento dell’arte longobarda che si sviluppò a Narbonne nell’ultimo terzo del VIII secolo.

Nel 1970 viene definitivamente riportata a Rennes-le-Château e collocata nel museo del paese10.

Nel 2019 Gloria Maddalena elabora quella che oggi è l’ipotesi più verosimile e coerente con lo stile dell’epoca, scrivendo:

[La Dalle] raffigura due episodi della vita di Gesù. Nel primo quadro la Sacra Famiglia sta fuggendo in Egitto. Matteo scrive (2, 13-15) che Giuseppe, avvertito in sogno che Erode cercava Gesù per ucciderlo, portò in salvo il bambino e la madre in Egitto dove la famiglia rimase fino alla morte d’Erode. Maria dalla lunga veste e dalla acconciatura elaborata, in groppa all’asino, tiene col braccio sinistro Gesù Bambino, del quale sono ancora ben visibili testa e braccia. Maria, come l’asino affaticato, si sta dissetando a una fonte, raccogliendo acqua con la tazza che tiene nella mano destra. Quello che è stato visto come un corno da caccia in realtà è lo zampillo d’acqua che esce dalla sorgente e che scorre poi nel recipiente dove si sta abbeverando l’asino. Dietro a lei, sulla destra, in una zona molto logorata dal continuo calpestio, si intuisce ancora, quando la luce colpisce con una particolare inclinazione la pietra, la sagoma di San Giuseppe. Nel quadro di destra della Dalle il soldato che sta per alzare una lunga spada, la spatha romana, per colpire e uccidere il bambino che tiene con la mano sinistra, raffigura “la strage degli innocenti”.11

1. Claire Corbu, Antoine Captier, L’héritage de l’Abbé Saunière, Bélisane, Nizza 1995, p. 77.
2. Paul Saussez, Au tombeau des seigneurs (su CDRom), ArkEos, 2004, slide 79.
3. Una scheda completa sulla Dalle si trova in René Descadeillas, Mythologie du Trésor de Rennes, Editions Collot, 1974 (1991), pp. 133-4.
4. Antoine Fagès, "De Campagne-les-Bains à Rennes-le-Château", Bulletin de la Société d’Etudes Scientifique de l’Aude, Vol. 20, 1909, p. 128.
5. Giorgio Baietti, Rennes-le-Château: il segreto di Bérenger Saunière, Clerico Editore, Torino 2001, p. 37 e Giorgio Baietti, L’enigma di Rennes-le-Château, i rosacroce e il tesoro perduto del Graal, Edizioni Mediterranee, Roma 2003, p. 43.
6. Elie Tisseyre, "Une excursion à Rennes-le-Château", Bulletin de la Société d’Etudes Scientifique de l’Aude, Vol. 17 (1906).
7. Fagès 1909, p. 128.
8. Henri Guy, Bulletin de la Société d’Etudes Scientifique de l’Aude, Vol. 31, 1927, p. 197, p. 197.
9. Henri Fatin in "Sur la pierre tombale carolingienne de Rennes-le-Château" in l’Indépendant (de Perpignan), 1. 9. 1956 (ora in Marius Fatin, "Sur la pierre tombale carolingienne de Rennes-le-Château", Pégase, 1, settembre/dicembre 2001, pp. 7-9).
10. Descadeillas 1974, p. 18.
11. Gloria Maddalena, Rennes-le-Château: quel che resta del mito, 2019, Capitolo “Un punto fermo: la Dalle des Chevaliers”, pp. 107-33.

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21. L’unione con i d’Hautpoul e le guerre di religione

22. La cripta dei Signori d’Hautpoul

23. Il testamento "da leggere"

24. La morte di Marie de Négre e la fuga di Antoine Bigou

25. I restauri più urgenti e le due ispezioni

26. La nascita di Saunière e la visita di De la Bouillerie

27. Il "Secondo Impero" e la visita di Monsignor Leuillieux

28. La nuova sacrestia (1881-1883)

29. L’ispezione del Vicario Generale

30. L’arrivo di Saunière a Rennes-le-Château (1885)

31. Le elezioni legislative e l’esilio a Narbonne (1885-1886)

32. Il dono della contessa di Chambord (1886)

33. La ripavimentazione (1887)

34. La sostituzione delle vetrate (1887)

35. Il nuovo altare e il bassorilievo della Maddalena (1887)

36. Il primo ritrovamento (1887)

37. La Dalle des Chevaliers e il secondo altare (1887)

38. Il gruzzolo sotto l’altare della Vergine (1887)

39. Gli ultimi lavori prima della visita vescovile (1887)

40. La visita di monsignor Billard (1889)

41. La vecchia zia e la famiglia Dénarnaud (1889)

42. Il servizio ad Antugnac (1890)

43. Lo stratagemma degli scavi (1891)

44. La Madonna di Lourdes (1891)

45. Il pellegrinaggio a Puivert (1891)

46. La scoperta del sepolcro (1891)

47. Il secret di Saunière e il secret di Cros

48. La morte di Boulanger e i primi lavori nel cimitero (1891)

49. Il nuovo pulpito (1891)

50. Il bassorilievo all’ingresso della chiesa (1891)

51. La grotta di Lourdes (1891-1892)

52. Gli screzi con Alexandrine Marre Dénarnaud (1892)

53. I viaggi e le lettere prefirmate (1892)

54. La vendita delle messe (1892)

55. Il confessionale e la leggenda di Ignace Paris (1893)

56. L’inizio del traffico di messe (1893-1894)

57. I lavori nel giardino (1894)

58. I lavori nel cimitero (1895)

59. L’incendio nel giorno della Festa Nazionale (1895)

60. La contabilità del gennaio 1896

61. I lavori nel presbiterio (1896)

62. Il contratto con Giscard di Toulouse (1896)

63. I lavori nella chiesa e sulla piazzetta (1897)

64. Le decorazioni della chiesa (1897)

65. Il bassorilievo "Venez tous à moi" (1897)

66. Il demone e l’acquasantiera (1897)

67. La Via Crucis (1897)

68. Il fonte battesimale (1897)

69. Le statue e il GRAAL (1897)

70. La visita del vescovo Billard (1897)

71. Il calvario (1897)

72. La stanzetta segreta (1897)

73. Gli ultimi acquisti (1897-1898)

74. Un resoconto delle spese (1885-1898)

75. I conflitti con la famiglia (1897)

76. I viaggi a Lione e i presunti interessi per la fotografia (1897)

77. Il Personnat rifiutato (1899)

78. La concessione perpetua nel cimitero (1900)

79. Il grande progetto di Saunière

80. I lavori di costruzione (1899-1906)

81. La Tour Magdala

82. Villa Bethania

83. Il gruppo di lavoro

84. Un resoconto delle spese

85. I richiami di monsignor Billard (1901)

86. L’andamento economico

87. I richiami di monsignor Beuvain de Beauséjour (1903-1904)

88. La morte di Alfred Saunière (1905)

89. La legge di separazione tra Stato e Chiesa (1905)

90. La prima visita della S.E.S.A. (1905)

91. La lettera di Mathilde (1906)

92. Il primo testamento (1906)

93. Altri lavori di decorazione (1906-1908)

94. La seconda visita della S.E.S.A. (1908)

95. Il trasferimento a Coustouge e le dimissioni (1909)

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97. La nomina di don Marty e la violazione del divieto (1909)

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